Oggi mi voglio dilettare con un giochino per il cui titolo mi ispiro al notissimo "Chi l' ha visto" televisivo. Qui a dire il vero non si tratta di avello visto e nemmeno di "averlo toccato" come suggerirebbero subito le male lingue del Bar Nado con intenti ovviamente allusivi. Sarebbe giusto dire "chi lo conosce?" o "chi l'ha letto?"
Nzomma, facciamola breve. Ieri ricorrevano cent'anni dala nascita di un gigante del penziero filosofico e non solo. Io prencipiai a nteressammi ale su opera quando avevo na ventina d'anni o poco più. Il libro si chiamava "Contro il Metodo" e ne rimasi folgorato. Secondo me sebbene gli estimatori un manchino meriterebbe tanto ma tanto di più.
Parlo di quest'omo che qui
Un cranio meraviglioso come si direbbe a Livorno o più semplicemente "na chiorba di nulla!" (A naso mi par di ricordammi che tale figura retorica appartenza ala famiglia dell' iperboli ma se ho detto na cazzata chi ne sa più di me mi corregga pure che un me la piglio a male)
La biografia compare su biografie online.it (io un sarei stato ingrado di tratteggiare in breve tutto ciò) si tratta di un eccellente sito che vi invito a seguire non chiedano soldi e ci scrivano persone di indubbia competenza.
Paul K. Feyerabend (il nome si legge PAUL FAIARABEND cos' come l'ho scritto o quanto meno se lo leggete così, a nche se la pronuncia uné perfettissima un fate la figura di un sapé neppure che è austriaco).
I su libri si trovan guasi tutti in commercio e piuttosto a bon prezzo. Diverza roba anche sui siti di usato. Uno l'ho pigliato recentemente lì. Purtroppo dei più manca la verzione ibukke per chi addopra kindle, kobo o attrezzi simili. Io nela mi biblioteca ne avevo diverzi e ne ho fatto dono ala fondazione Esserino. Tanto oramai di tempo pe lègge me ne resta pochino e cola regressione senile invece di tuffammi nela filosofia, so tornato a fumetti: Diabolik, Satanik, Kriminal, Alan Forde e quando voglio ripenzà a quarche nquietante fantasia giovanile, sfoglio anche Isabella duchessa de diavoli. Se un sete tanto giovani ve ne dovreste ricordà.
Ovviamente i libri dela fondazione di Esserino gatto sò a disposizzione di tutti l' amici che hanno tempo e voglia di passà a Venezia a visitare li spazi e li scaffali del mitico gatto lettore. Mi raccomando un vi dimenticate la tessera perché se un ci sono io o quarcheduno che vi conosce di viso vi lasciano fòri a diaccià.
Bona Domenica
Dante
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Filosofo della scienza tra i più noti del mondo, Feyerabend è diventato celeberrimo per
il suo cosiddetto "anarchismo metodologico". Nato a Vienna il 13 gennaio 1924, dopo
aver conseguito il dottorato presso l'università della sua città si dedica alla fisica e
all'astronomia diventando un membro fondatore del Circolo Kraft, diretto da Victor
Kraft, già membro del Circolo di Vienna.
In seguito Feyerabend si trasferisce prima in Inghilterra, dove alla London School of
Economics segue i corsi di Karl Popper e, in seguito, negli Stati Uniti, dove insegna
filosofia all'università californiana di Berkeley .
Inizialmente si è occupato di problemi concernenti alcuni settori scientifici particolari,
come la microfisica, e soprattutto di questioni generali sulla metodologia della scienza
e la posizione di quest'ultima rispetto alle altre branche della cultura.
Dopo aver sviluppato una critica serrata della cosiddetta concezione ortodossa della
spiegazione scientifica (quella elaborata soprattutto da E. Nagel e C.G. Hempel)
mediante l'approfondimento di alcune idee già presenti in Karl Popper, Feyerabend ha
scritto una serie di saggi (il più famoso dei quali è l'iconoclasta "Contro il metodo")
volti a criticare le principali interpretazioni odierne della metodologia scientifica,
giungendo anzi ad affermare, sulla base di considerazioni insieme storiche ed
epistemologiche, l'inadeguatezza e l'insostenibilità di qualunque teoria del metodo che
voglia costringere i tipi di comportamento e di scelte scientificamente accettabili entro
un certo numero di norme più o meno rigide.
Secondo Feyerabend quando adottiamo una teoria per spiegare un fatto, il fatto stesso
si presenta diversamente una volta che è stato spiegato per mezzo della teoria. In altre
parole i fatti dipendono dalle teorie da cui sono spiegati; non è dunque in alcun modo
possibile mettere a confronto assunti teorici ed evidenze fattuali.
Per Feyerabend è necessario riconoscere che la scienza ha bisogno e fa uso di una
pluralità di standard e che gli scienziati lavorano meglio se sono al di fuori di ogni
autorità, compresa l'autorità della ragione. È questo, in sostanza, il suo tanto discusso
"anarchismo metodologico", una visione del mondo e della scienza secondo la quale
non vi sono, appunto, regole del metodo che nella storia della scienza non siano state,
di fatto, più o meno consapevolmente violate. Ma la cosa importante per Feyerabend è
che senza tali violazioni non sarebbe stata possibile la crescita della conoscenza
scientifica.
L'anarchismo metodologico del pensatore viennese porta così a conseguenze estreme.
Dalla scienza viene eliminata la razionalità stessa ed essa viene assimilata ad una
qualsiasi altra dimensione dello spirito (arte, religione, poesia, magia). A suo parere,
tanto per citare un esempio storico, non si ha progresso con il passaggio tra la teoria
tolemaica e quella copernicana.
Egli è addirittura più radicale rispetto ai celebri approdi di Kuhn, il quale era convinto
che fosse una forma di "fede", inizialmente, a far procedere la ricerca poichè in un
primo momento un nuovo paradigma scientifico non appare così preciso rispetto al
precedente, non ha basi così stabili.
Feyerabend invece sostiene che anche la nozione di progresso scientifico all'interno di
un paradigma è pura illusione. A suo avviso, la stessa esistenza di un metodo che
contenga principi fermi, immutabili e assolutamente vincolanti come guida nell'attività
scientifica è un artificio che non ha nulla a che fare con la concreta storia della scienza.
Egli giunge così non solo a sostenere la pari dignità delle differenti tradizioni all'interno
della scienza, ma anche a negare la superiorità della conoscenza scientifica rispetto ad
altre forme di sapere, dall'arte all'astrologia.
Nemico delle astrazioni, ossia dei processi astrattivi tipici della scienza o della filosofia
(che Feyerabend giudica un complicato processo attraverso cui si tolgono alcune
proprietà ad un oggetto e se aggiungono altre, perdendo il contatto con la realtà delle
cose), Feyerabend sostiene che "se ci troviamo all'interno della tradizione occidentale,
selezioneremo l'informazione scientifica, ma come risultato di un atto di scelta. Ora, il
fatto che qui sia implicato un atto di scelta, il fatto che si traggano risultati dalle scienze
piuttosto che da qualche altra cosa, viene mascherato dal modo in cui gli scienziati
presentano i loro risultati. Non solo gli scienziati ma anche i loro rappresentanti in aree
culturali più vaste: filosofi, giornalisti, e così via. Costoro dicono: 'Noi non solo
offriamo informazione, diciamo anche che cosa è reale.' Il loro assunto di base è che c'è
una realtà che esiste indipendentemente dalla ricerca scientifica, è che gli scienziati - o
le persone che usano l'astrazione - hanno trovato il modo giusto di descrivere la realtà,
e che perciò quell'informazione deve essere presa in considerazione perché in fin dei
conti noi siamo parte della realtà, viviamo nella realtà, e quindi dovremmo conoscerla.
Senonché questa inferenza è del tutto ingiustificata: abbiamo, certo, informazioni che ci
aiutano dal punto di vista pratico, ma da questo non consegue che l' informazione sia
vera in senso assoluto.
Molte vecchie teorie conservano la loro utilità; per esempio, se lo scopo è di effettuare
previsioni approssimative, è possibile usare la vecchia idea che la terra sta ferma e che
tutti i pianeti le girano attorno in epicicli - se si scelgono le condizioni iniziali giuste,
questa idea darà i suoi frutti. Oggi abbiamo la fisica delle particelle elementari, e anche,
in generale, la teoria quantistica. Ma se non vogliamo sapere nulla delle particelle
elementari o della chimica, o delle proprietà fisiche delle sfere, e così via, possiamo
usare la vecchia meccanica. Perciò, il fatto che qualcosa sia utile non significa che sia
anche vera e che abbia a che vedere con la Realtà; e il fatto di trovare qualcosa
attraverso l'astrazione non significa che quel che si è trovato stesse là, nel mondo,
prima che si cominciasse a fare astrazioni".
Denunciando lo strapotere della scienza nel mondo d'oggi e battendosi per un
ridimensionamento del suo peso teorico e sociale Feyerabend dichiara che "essa è solo
uno dei molti strumenti inventati dall'uomo per far fronte al suo ambiente e che, al di là
della scienza, esistono miti, esistono dogmi della teologia, esiste la metafisica, e ci sono
molti altri modi di costruire una concezione del mondo. È chiaro che uno scambio
fecondo fra la scienza e tali concezioni del mondo 'non scientifiche' avrà bisogno
dell'anarchismo ancora più di quanto ne avrà bisogno la scienza. L'anarchismo è quindi
non soltanto possibile, ma necessario tanto per il progresso interno della scienza quanto
per lo sviluppo della nostra cultura nel suo complesso".
Uomo dai vastissimi interessi e dalla personalità passionale e polemica, dotato di
un'umanità straordinaria ed intensa come raramente capita di incontrare fra gli
intellettuali di professione, negli anni '60 fu inevitabilmente coinvolto nel movimento
di protesta degli studenti e s'interessò alla cosiddetta società alternativa ed alle idee di
culture e razze non europee; nello stesso tempo cominciò a riesaminare la scuola di
pittura dadaista ed il teatro dell'assurdo.
Paul K. Feyerabend, dopo aver vinto l'importante premio Fregene nel 1990, è deceduto
nella sua casa viennese il giorno 11 febbraio 1994.
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Opere Principali:
Problemi dell'empirismo, I (1965); II (1969)
Contro il metodo (1975)
La scienza in una società libera (1978)
Addio alla ragione (1990)
La maggior parte degli articoli sono raccolti nei due volumi dei Philosophical Papers
(1981)
Paul K. Feyerabend, la biografia – Leggi altre informazioni e visualizza le fotografie sul sito:
lol
RispondiEliminaMi ha fatto piacere vedere questo spazio dedicato a celebrare il genetliaco di un filosofo che i siti on line definiscono fra i maggiori contemporanei. Purtroppo che non è così noto tra i non addetti ai lavori. Piace molto a mia sorella che ha una laurea in filosofia. L'ha sempre tenuta sempre nel cassetto perché dopo il trasferimento e il matrimonio in Svizzera si occupò delle attività imprenditoriali del marito. A livello di interesse non ha perà mai abbandonato la vecchia passione.
RispondiEliminaE' corretta la tua attribuzione alla famiglia delle iperboli per quanto attiene l'espressione vernacolare citata. Tale figura può essere infatti usata in esaltazione o in riduzione estrema di una qualità. Regge spesso, ma non sempre, l'ironia allorchè la si usi con significato opposto alla realtà. "Un cervello da niente" per dire "un genio" oppure : "Ha parlato Cicerone" per significare la modestia dell'eloquio appena udito. Non credo tuttavia tu avessi bisogno di questa mia conferma. Io e Maria Anna passeremo dalla fondazione e Ti ringraziamo per il cortese invito. Buona domenica a tutti Voi.
Giovanni e Maria Anna Martinelli