L'ho anche letta, mitigando un po' il vernacolo che, nella registrazione impedirebbe di capire troppe locuzioni piuttosto ostiche se buttate giù alla svelta e inefficaci se dette al rallentatore.
Più che letta è raccontata, alla bona, come ho sempre fatto io, cercando di portarvi dentro al bar Nado in una mattina dove nei pochi metri quadri di questo piccolo regno della fantasia si animano incredibili luoghi comuni, macchiette locali ,vecchie amicizie, "mal de vivre", canzoni in anteprima.
Questa puntata la voglio dedicare, proprio per il senso profondo che ho dell'amicizia, a 4 grandi amiche virtuali che non ho mai visto ma che tutti noi portiamo nel cuore per l'affetto e la sincera amicizia con cui ci seguono,
Elenamaria, Murasaki, Pyperita e Redcats
Ne cito quattro e in ordine alfabetico perché son quelle che vedo quasi sempre affacciarsi nel nostro blog ma ce ne son tante e tanti altri cui va il nostro pensiero e che ogni tanto transitano di qui. Alcuni li abbiamo persi e tra questi mi piace ricordare Renatona alla quale auguro soprattutto salute e serenità e il Prof. Martinelli della cui sparizione ancora non ci sappiamo dar ragione ma al quale vanno tutta la mia gratitudine e simpatia.
La novella è lunga ma questa settimana staremo senza computer per una riparazione e a meno che Bobby non voglia intervenire dalla perfida Albione dovremo contentarci dei pc della biblioteca, buoni per leggere ma non per pubblicare così Vi lasciamo tempo per leggere senza affannarvi con troppe pubblicazioni a ruota.
Un abbraccio e Buona Domenica
Dante.
dopo il filmato con audiolettura artigianale ho messo il testo. Leggendo c'è scappato uno svarione, parlando di Salvatore, il siciliano che cerca di parlare livornese, una volta l'ho per sbaglio chiamato napoletano, se mi legge non me ne voglia e mi perdoni. nel testo scritto l'errore non c'è.
AL BAR NADO
"Boia i dé come passa 'r tempo!?"
dican dalle mie parti con una tonalità che integra l'escalamazione iniale con un finale interrogativo che par richiedere il consenso degli astanti.
Lo si dice, di solito, quando ci s'accorge che un'altra settimana è andata e magari non s'è concluso nemmeno un granché. E lo dice anche Nara vedendomi entrare dopo tre mesi d'assenza al Bra Nado che era del su povero babbo Nado appunto e che ormai da 28anni è gestito da lei e da Ampelio r'su marito. A dire r vero ciaverebbero anche tre fgiloli ma un l'aiutan punto datoto che Angela detta Zanzara fa la giornalista frilens e quando non è in giro ole su nterviste porta ngiro un gran par di zampe che una volta che è venuta a trovalla, da venezia, vell'altro stianto di topa de la mi nipote, hanno fatto na popoò d'accoppiata che ha fotto brillà l'occhi a tutti i giovanotti e a meno giovanotti di livorno e hanno guadagnato r plauso anche di doversi vecchiarelli che avevano ancora ncorpo un mezzo residuo di viagra inutillizzato dato che la moglie che n'aveva perorato l'assunzione s'è ritrovata improvvisamente cor un gran mal di capo. Il secondo sarebbe Riccardo, il tafano o meglio r' tafanino dato che r'tafano era r soprannome der su nonno osì appiccicoso nel chiedeti una sigaretta o un bicchier di vino che la genta tirava fori il pacchetto in anticipo pe risparmiassi l solita a tiritera, un ber bimbetto r tafanino , anche nteligente se non fosse perennemente perso dietro a onnittopa che transita ne dintroni del barre. Mosca è il terzo, un vero rimpioglioni che se decide di un datti pace sei perso. Lui è ancora alle superiori ma anche un ha voglia di fa una sega pe quanto riguarda il barrettino.
A sentire questi commenti sur tempo, oltre i soliti brindelloni che hanno sbagliato il barre per casa sua, c'è di solito qualche arguto vecchino ciondolante sulla sedia di legno, a stecche, o a cavalcioni alla sedia medesima, messa all' arrovescia in modo che la spalliera sostenga le braccia sulle quali poggia la testa ormai arresa ai troppi quartini, rimedio se non certo almenono consolidato per l'oblio, oblio dalla vita dai soldi che mancano, dalle mogli tiranne dal pisello che ormai ciondola mogio come la testa arreso anche lui al tempo che passa e ai quartini di vino. E anche stamattina e c'è il vecchino e luilì non manca di commentare con voce strascicatissima
" boia dé ... e passa di nulla 'r tempo ...fra caà e fà lo spiazzo si fa buio e un s'è fatto un cazzo". Felice metafora che riprende a livello analogico la dinamica defecatoria del gatto, che prima rilascia le proprie deiezioni e poi spazza la terra davant a sè ricavando terra per coprire escrementi e relativo l'odore.
O Dantino e si va calare du palamiti stasera sur tardi sento dire sal fondo del bar nado dove sto aspettando quella faccia a culo del Ciampi cui ho strappato la promessa di buttarmi giù la musica per una canzone su venbezia che ho scritto da poco.
No Salvatore un pesco più e lo sai no?
Accidenti a ir tegame della madonna e a tutta Venezia e ti ci hanno messo davvero ir sale sulla oda huesti leghisti di merda, vocia Salvatore in un livornese che è tanto più improbabile quanto più passa il tempo.
Ha còlto modi di dire, insulti e bestemmie ma l'accento siculo commisto al tentativo di aspirare la c sbagliando i loci fonatori che prevodono l'aspirazione con quelli che, invece, anche per noi labronici vogliono la c dura e puntuta come una K
ad esempio noi diciamo la agna, na caata la mi ognata ma d'altro canto nel dire
il kane d'iddio la c la pronuciamo dura
com' anche nel dire
vorrei essere n kapo a te e n culo alla tu moglie
esclamazione alla quale si dà la via per simboleggiare due cose gratificanti ma ardue da conseguire quando, dopo reiterate dimostrazioni che sedurrebbero Hegel e Kant a livello di logica, il nostro interlocutore continua a mostrarsi restio alla comprensione.
C'è poi il ch di di chemioterapia che ha un suono intermedio e molt'altre variabili che Salvatore non capirà mai e come lui tutti quelli che con meno diritto di lui, che almeno ha Livorno c'ha messo la orteccia, onni vorta che s'accorgan che sei toscano tentano di farti il verso emettendo dei suoni che farebbero vomitare anche i porpi dli scogli d'Antignano.
Salvatore ci riprova
e ci sarebbero io bestia du calettine da farci la settimana se mi ci venivi commé
Ascolta Turiddu portaci il tafanino, rema bene come me e r palamito un tel'attriga di certo
si lui ha r capo alla topa n'importa della pesca.
Portaci Ampelio! a remare un ce la fa ma il palamito la cala o lo salpa bene.
Ora sento speriamo he nara e c e lo mandava ommé.
Arriva Dino che pare una vela ammainata in una giornata di libeccio
fori dal barre dtira vento e lui c'ha un impermeabile che pare sortito direttamente dal 60 ma avendo fatto scalo per 54 anni in tutti i bauli der mondo da tant'è grinzoso.
Bongiorno scimmia l'apostrofo
Atté caàta o che ti pare modo di rompe oglioni ala gente ale dieci di mattina?
Dino o ti rimetti a sonà o ti butto nel fosso reale, di peso e lo sai che tarzo cor una mano.
Oddio che par di oglioni oddio che par di oglioni madonna che par di palle comincia a canticchiare ironico.
Nara?! portani olazione a Dino! e lo tiro a sedere in un cantuccio del barre.
Ovvia fammi sentì codesta ca(c)ata di canzone Dantino! mi fa
tiro fori i fogli
l' ho ntitolata l'alchimista
eeehh dé ce ne sarebbe bisogno
la legge ma ancora l'occhi tutti ncispiati dar sonno
prova a canticchiala come la vorresti
de se sapevo come mettela giù mica te lo chiedevo attè caata.
Va bene leggila canticchiandola
ci provo:
Scomporre il tempo in pezzi
E ricrear la scena
arte d’ un’ alchimista
de la fantasia
immagini lontane
ormai sfumate via
Lui dipingeva
Con la sua follia
folli pensieri fanno il girotondo
intorno al quadro della fantasia
riportano alla mente anche quel giorno
che disse basta a tutto e scappo via,
e corse in alto sull' arcobaleno
nei prati dove regna il gatto eterno
dove d'estate è freddo come inverno
dove normale vuole dir pazzia
occhi sognanti
e scintillanti chiome
tirava fuori dal
cilindro il matto
un alambicco
la bacchetta e il gatto
diceva
abràcadàbra
e così sia
folli pensieri fanno il girotondo
intorno al quadro della fantasia
riportano alla mente anche quel giorno
che disse basta a tutto e scappo via,
e corse in alto sull' arcobaleno
nei prati dove regna il gatto eterno
dove d'estate è freddo come inverno
dove normale vuole dir pazzia
"Lo vedi popò di stronzolo vante cose si potrebbero fa se tu n'avessi voglia?".
"Dante un ho più voglia di nulla nulla nulla
e ti prego di non rompemi più le palle sull'argomento se voi che si resti amici."
Sto zitto so che farebbe muro a qualsiasi mio ulteriore tentativo.
"Che ne pensi in generale Dino?"
Penso che sei na merda!
o esagerato se ti tiro un cazzotto ti smuso lo sai eh!
dicevo in senso ironico ma....ma....
ma che? ni fo io
ma dimmi la verità Dantino.....
su cosa voi sta verità?
vesta canzone.....
si?
non te l'ha ispirata Venezia e Gerolamo Cardano detto l'alchimista o frate mago come m'avevi accennato per telefono
beh, in realtà erano sensazioni che avevo, diciamo che la storia di Cardano da una auotoritas di tipo storico
si ma te quella canzone l'hai scritta per me
e cosa ti darebbe tale impressione
che se io avessi la tu fantasia olle parole e avessi voluto descrive alcuni momenti l'avrei scritta così
"allora pò darsi che sia andata così.... finisci il cappuccino che ti si diaccia".
E allora Elenamaria per prima risponde, pur non aver ancora letto e neanche ascoltato. Ma la vecchia bloggeuese ci tiene a dirvelo, il suo grazie, chè voi sapete quanto i vostri post le siano particolarmente cari e quanto le siano ancor più care le novelle lette da Dante, le sue. Soprattutto in giornate di sole come quella di oggi, che rendon felici tutti meno che si soffre di umor grigiastro e tutto 'sto affannarsi di che bello esci usciamo andiamo facciamo sole caldo e r&r irrita un animo già infastidito di suo dalla nascita. Due palle. Adesso metto le cuffie e clicco, poi metto sull'ipod e la domenica, adesso, è bella anche per me. Grazie.
RispondiEliminaEh. Mi son fatta subito subito due risate: i figli del Nado, Dante che cerca di dare un accento siciliano, la spiegazione delle c aspirate che non ci ho mai capito niente. E boia dè cosa vuol dire? E poi scrivi da dio, Dante, e il bar è qui,noi siamo tra voi, sebbene seduti davanti a 'sto pc, con il rumore della motozappa, il sole che per me è sempre troppo e il profumo del ciambellone nel forno e del caffè nella tazzina. Poi però il sorriso si spezza in tanti pezzetti di vetro, come un bicchiere che cade, di quelli da osteria, quelli che dicono infrangibili e in effetti non si rompono ma se si rompono so' cazzi. Alla vecchia bloggeuse, per quanto vecchia e un po' scimunita, si è fermato qualcosa in gola, nel petto, nella pancia. Perchè il sole batte sulla tastiera e un bruvido su per la schiena non me lo aspettavo. E non mi aspettavo che gli occhi mi bruciassero un po'. Son vecchia, i ricordi vengon fuori improvvisi da un baule troppo pieno e affetti nuovi e affetti vecchi si salutano incrociandosi e intrecciandosi. Sai far regali unici ma non sto qui a tirarla per le lunghe chè le parole, per certe cose, devono ancora inventarle. O io non le conosco.
EliminaFinisco il caffè...che mi si diaccia. E clicco ancora.
Ma che spettacolo il Bar Nado! Questa mattina, con l'dea in testa di fare un sacco di cose, siamo rimasti a letto io a leggere e Valerio a smanettare con lo smartphone. A un certo punto ha alzato il volume ed ho sentito tutta la novella, io ho riso mi sono commossa per le battute esilaranti -ma come ti vengono in mente- e per le riflessioni e il dolore che può dare una persona cara che non vede luce nel tunnel. Valerio dice che la novella è strutturata davvero bene e che la leggi con un naturalezza notevole e poi la canzone è bellissima. Per essere intonata così, a cappella, senza base, senza sostegno musicale, devo dire che la canti piuttosto bene e se Dino ci si mette di impegno verrà fuori una roba che piacerebbe a cantanti come De Gregori o a Cristicchi, bravissimi nel surreale.
RispondiEliminaVi vogliamo bene e ci date molto
Patty e Valerio
P.S ho cercato Martinelli su internet ma non ho trovato tracce, spero torni, manca anche a noi e non solo lui!
Quattro blogger fantastiche e te lo dice una che,davvero onorata, ne conosce di persona più della metà. Il racconto è splendido, ma ascoltato dà l'impressione di starci dentro, al Bar di Nado. Bravissimo.
RispondiEliminaSaluti a tutta la tribù.
Grazie sono commossa!!! Non ho ancora letto il racconto ma somo onorata della vostra dedica. Pur conoscendoci di persona provo anche io un affetto sincero nei vostri confronti!
RispondiEliminaSono commossa anch'io e ti ringrazio tanto della dedica! E' vero, il caso vuole che le dedicatarie si conoscano in elevata percentuale, ma evidentemente non è un caso...
RispondiEliminaSì, nel barre di Nado sembra proprio di starci dentro e ci si gode le storie e le scene , ma anche l'infinita tristezza di Dino ti entra dentro.....
E piacevolissimo è il tono della narrazione.
Ma 'sto Dino non potrebbe prendere qualche antidepressivo?
Grazie, grazie, GRAZIE! Che bel vernacolo che scrivi :)
RispondiElimina(e anch'io vorrei sapere qualcosa di Renatona e del prof.Martinelli)