giovedì 9 febbraio 2012

fatevi i gatti vostri n.419 "mèttiteli ner culo ve diti"


Dalla redazione di Livorno:
cronista: Dino Ciampi
apciense (già  amuanuense) Zanzara d' Ampelio

Ieri siamo andati di nuovo a Roma, Dante e io. Stavolta non si trattava dei jingles ma di due studenti che ci hanno richiesto un aiutino per le proprie tesi di laurea. Dapprima non ne avevo voglia, ma la toelette per cani, dove lavoravo, ha definitivamente chiuso e, da parecchio tempo, sopravvivo con qualche lezione di musica. Io le ripetizioni non riesco a farle perché sono molto più nervoso di Dante e gli stupidi, gli ottusi e gli indolenti mi infastidiscono a tal punto che li prenderei a legnate. Lavorare sulle ricerche bibliografiche, le note, strutturare un lavoro che sia compilativo o di ricerca, però mi risulta facile. Così, riflettendo bene sulla proposta arrivata a Dante col passaparola,  ho accettato e gli sono andato incontro a Firenze, per fare un pezzo di viaggio insieme e mettersi d'accordo sulla trattativa coi due "neghittosi rampolli", come li ha definiti  il mio amico prendendo a prestito la simpatica definizione da una sua amica di blog che si chiama yetbutaname. Dante era incazzato nero perchè nella notte del giorno prima la caldaia, che era stata messa in pressione dai tecnici della Riello, dato che stiantavano di freddo, deve aver prodotto troppa pressione. Le valvole di sfiato, poste sul terrazzone, da sempre regno dei mici, sono saltate e l'acqua ha iniziato a uscire a fontanella. Dato che lo scoppio ha lesionato anche la guaina catramata che ne coibenta le basi l'acqua ha completamente allagato l'appartamento di Dani e Bob, che non c'erano. Lui è a Londra e Dani dorme dalla mamma perché c'è più caldo che a Venezia. Quando il pavimento non ha retto più l'acqua, Holly ha cominciato a veder piovere dal soffitto ma ormai il danno era fatto. Tutto il lavoro di tinteggiatura, che Dantino aveva magistralmente portato a termine in autunno, si è trasformato in una carta geografica giallastra. Dante raccontava e bestemmiava, bestemmiava e raccontava e talvolta bestemmiava e basta. Questo deve aver infastidito non poco diversi viaggiatori che, a parer mio, andavano a qualche convention dell' azione cattolica. Holly telefonava spesso per sapere come richiedere i danni al condominio e Dante le suggeriva spunti per la raccomandata. Non parlava ad alta voce, perché è rispettoso degli altri ma ha un timbro possente e di solito non ha il telefonino (aveva in prestito quello di Dani perché starà via fino a domenica). Qualcosa nella sua voce deve aver mosso a maggior stizza uno di quelli che avevano subìto il precedente rosario. Fatto sta che questo signore ha schioccato le dita più volte per farsi prestare attenzione e indicando Dante gli ha fatto segno di "abbassare il volume" battendo il proprio indice sul pollice. Dante è un elefante di bontà e di mitezza ma non bisogna rompergli i coglioni. Sono certo che si sarebbe scusato per le bestemmie e avrebbe senza dubbio riconosciuto che la propria voce può anche infastidire (ma testimonio che da mezzora mi ero sorbito tutte le chiacchiere dei bigotti del "Santo" e parlavano tutti insieme e a voce assi più alta e stridula di Dante che, ha sì un vocione ma non ti violenta le orecchie con dei mezzi acuti da checca). Comunque Dante si alza e muovendo il pollice verso il proprio petto lo interroga col linguaggio dei gesti: "dici a me?" E alla smorfia seccata del tipo che voleva sottintendere: "E a chi se non a te?" pronta arriva la replica, con voce stentorea, di Dantino: Eh caro lei mi dispiace, son digià impegnato e poi mi garbano le donne....ammé.... Nel treno c'è stato un attimo di silenzio. Il tipo a continuato a ciabattare e a commentare come ormai si debba convivere con negri e maleducati ma, dopo aver visto Dante in piedi doveva aver fatto i suoi conti. Comunque se proprio avesse voluto prendersi di cotali rischi, la risposta di Dante la sapevo già: "guardi io coll'omini ci posso anche fare a cazzotti ma con lei mi sembrerebbe d'approfittarmene". Eccessivo, non v'è dubbio, Dante talvolta è eccessivo ma è un diritto che ha comprato a prezzo carissimo, tant'anni fa quando il sardo m'ammazzò il cane. E quando uno s'è giocato la vita e la carriera per il cane di un amico è difficile che stia zitto quando gli si schioccano le dita per apostrofarlo.
Visto che il post s' è allungato di molto, per oggi si finisce qui la puntata. Nei prossimi numeri Dante vi racconterà la storia delle tesi e quella dei danni a casa.
Dante s' è fermato a cercare Ito, io sono rientrato a Livorno dove si schianta di freddo, ho io l'incarico del post odierno e non avrei dovuto  parlare di questo episodio perché Dantino teme che lo si consideri un violento, ma visto che racconto io e posso garantire su questo grandissimo amico, considerato che Zanza è d'accordo, ho fatto di testa mia. 


Dino Ciampi


Nella pratica ho raccontato la storia a Zanzara (pubblicista d'assalto ed emula dei meglio ghigno der Verna'oliere) che poi ha scritto il pezzo senza metterci niente di suo, eccetto il titolo che rivela una delicatezza tipica delle ragazze Livornesi.



2 commenti:

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