lunedì 6 febbraio 2012

fatevi i gatti vostri n. 418 " oh boscaiolo "

Fuori, ieri pomeriggio, faceva un freddo boia, si preparava per i meno nove di questa mattina. A tagliare la legna però mi sono scaldato mica male. Ho trovato un area dalla quale hanno sradicato gli alberi per fare uno scavo, probabilmente costruiscono. Gli alberi li hanno lasciati abbandonati da una parte. Un grosso pino, un leccio e due alberelli che non so di che razza siano. Li avevo adocchiati da qualche giorno e speravo di trovarli ancora lì per risparmiare un sacco di strada, quella che ci vole per arrivare fino alla zona di mezza collina dove c'è un po' di sottobosco da ripulire. 
Mi sono messo all' opera con l'accetta, è un lavoro duro, ci vorrebbe una motosega che, ovviamente non ho. Comunque dalle 2 alle quattro  avevo tagliato diversi quintali di roba e riempito il camper fin quasi al soffitto.
La tecnica è questa: ho una cassetta che tiene circa 25 chili (dipende dal tipo di legna ma la media è quella)
Ogni due cassette riempite bevo un sorso di caffè dal termos, ne riempio altre due e bevo una sorsata di grappa. Quando ho messo in moto pregavo che non ci fossero posti di controllo col palloncino ma poi ho pensato che quelli fanno la posta fuori dai locali o dai ristoranti. Se vedono uno con un camper pieno di legna al massimo gli rompono le palle per la legna mica per l'alcole. Così ho portato il camper fino al Tronchetto (approdo commerciale di Venezia) dove, per fortuna, la domenica si trova posto senza pagare e ho caricato la barca, ci sono voluti due viaggi per portarla a casa tutta, col ritorno del secondo viaggio ho caricato una bici Graziella che teniamo in fondo alle scale e l'ho portata al camper, sono andato a parcheggiarlo vicino a casa di Dani (Dani, Bobby oltre che sopra a noi hanno casa coi genitori in terraferma ed è una fortuna, perché stare a Venezia senza un punto d'appoggio in terraferma è da incubo) altre due ore per tutto questo tramestìo . Poi 10 km. in graziella per ritornare alla barca, carica in barca la bici e ancora per i canali fin sotto casa, un'altr'ora. Ormeggia la barca, scarica la bici, copri la barca, lega la bici e....hai finito e ti riposi? Manco per sogno! C'è tutta la legna da portare in soffitta, solo 4 piani senza ascensore.  Quando ho finito erano passate le nove di sera e le bestemmie le avevano sentite in tutte le case vicine.
Ho speso una ventina di euri di carburante ma ne ho risparmiati quasi cento di legna. Quando finalmente mi sono schiantato sulla sedia davanti alla polenta fumante e al fiasco, vedevo come una nebbiolina davanti agli occhi e attraverso la nebbiolina  la stufa che scoppiettava, Holly, col viso bello colorito che sfaccendava in maglietta, i gatti sdraiati nel punto più caldo a pancia all'aria. Ho pensato alla fatica, al freddo alle mani, alla bici, e mi sono sentito sereno, felice di queste poche stupende cose raggrupate nello spazio ristretto di una cucina. Domani dovrebbero alzare il termostato della caldaia dei termosifoni ma ormai chissenefrega.


Dante

2 commenti:

  1. ciao Dante, oggi guardando la laguna ghiacciata pensavo a voi, bello il tuo post, so cosa vuole dire avere le mani e non sentirle dal freddo oppure andare a dormire con la bottiglia dell'acqua calda tra le coperte ghiacciate,
    se vengo a venezia mi piacerebbe incontrarvi,
    un abbraccio grande grande

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  2. Un quadretto delizioso e ben guadagnato! redcats

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