martedì 14 maggio 2024

fatevi i gatti vostri n. 2043 "Non ce ne sono molti così"

Nei momenti di crisi del blog la sottoscritta è sempre stata chiamata al timone. Non perché non vi siano persone in grado di farlo altrettanto bene e probabilmente meglio per quanto attiene alla qualità della scrittura ma forse perché io sono la redattrice più distaccata dagli eventi familiari che in qualche modo si ripercuotono sul blog. Dani è stata a lungo ad aiutammi qui a Livorno, al Bar Nado. E' stata una mano eccezionale. I miei vengono tutti i giorni ma sono stanchi e anche un po' scorbutici. La clientela, si sa non è più quella di un tempo, fatta dia avventori che  si rifugiavano qui a smaltire il peso di giornate di lavoro durissimo, a mettere tra parentesi le discussioni familiari, ad animare la consueta partita a scopone o tressette. La classe coeva di Don Luigi e Uliano ha trasmigrato tutta nell'aldilà. I loro eredi, come Dino, Dante, ir mi babbo, Armandino (il babbo di Samatta) hanno tutti settanta o più anni. Adesso la nuova clientela è fatta di giovani che vengono a bere cocktails e spritz . Quest'urtimi Dani, da brava veneziana, li prepara benissimo. Da quando si è messa al banco siamo doventati il bar più ricercato per lo spritz all'Aperol e al Bitter. Novità delle novità, poi, è stato introdotto anche il Select (tipicamente veneziano) che Dani mi aveva portato in notevole quantità. E' la versione che preferisco, meno amaro del Campari e meno dolciastro dell'Aperol. Se miscelato solo con prosecco docg di Valdobbiadene, senza aggiungere soda, ha per me un gusto fantastico. I giovani, parlo dei ventenni o giù di lì, purtroppo hanno una caratteristica che non apparteneva alla generazione mia e del Tafano. Sono pesanti nel farti i complimenti e inclini a scatenare risse. Anche perché buona parte di loro o bevano troppo o si impasticcano. Un paio di volte Dino e r mi babbo ne hanno dovuto pigliare qualcuno pelle trombe del culo e sbatterlo fuori, ma l' urtima volta che ciò s'è verificato c'è stato r seguito. La mattina dopo abbiamo trovato tutti i finestrini del Doblò da carico frantumati, le gomme tagliate e la carrozzeria ammaccata da calci. Oltre dumila euro di danni. Per fortuna r  mi babbo temendo la guida dela mi mamma e la mia ha sempre fatto un' assicurazione 4x 4 che copre anche l'atti vandalici. Dino brontalava: "ci sosse stato qui Dantino s'andava a piglialli a casa uno per uno que pezzi di merda". Ma non si rende conto che non si tratta più delle scazzottate dure ma leali d'un tempo. Questi 4 stronzi se  prendon dele belle legnate ner muso so capaci di tornà cor una pistola o di tirà fori un cortello. Così se al banco siamo solo donne è meglio. Almeno se litigano lo fanno tra di loro  e noi  si pole chiamà la polizia. Samatta poi è in grado di picchià duro più di un omo. E' arivata a un so quanti livelli nela boxe tahilandese e se qualcuno propio ci aggredisse ci dovrebbe fa bene i su conti. Comunque un si vive più tranquilli e mi fermo perché la storia sarebbe lunga. Ora Dani è tornata su perché da primavera a ottobre Holly ha parecchio lavoro cola barca. Potrebbe esse l'urtimo anno che la tiene. Per ora, comunque, seguita a mèttila n moto ogni mattina all'arba. Dante, s'era già bell e detto, ha subito na trasformazione. Cola morte di Balena è come se gli fosse andato via un pezzo del su spirito. Da più recenti aggiornamenti, ricevuti da Dani, resulta che: lui la mattina s'arza prima di tutti e prepara le tre colazioni poi dice ogni giorno la stessa frase: "allora bimbe se un avete bisogno d'altro io vo via. Ci si vede stasera". Parte in bici o in motorino se la stagione lo consente o in autobus se piove. La meta è sempre Malcontenta dove ha barca, camper e la sua rimessa cogli attrezzi. La barca però è da settembre che non la usa e il camper non lo move. Lo mette solo in moto ogni tanto. Spesso quando è lì fa il pane da sé o frigge qualcosa, nzomma tutte quelle attività che a casa sporcano e così si prepara da mangiare pel mezzogiorno. Dani dice che è disponibilissimo per quarsiasi cosa loro gli chiedano ma se un gli chiedan nulla lui un dice una parola. Sta da solo tutto il giorno. La sera ritorna un po' rossiccio in volto, segno che ha bevucchiato ma non attacca più colle su storie e le su polemiche. Mangia zito, ascolta il telegiornale di Mentana, dopo  fa solo un commentino su vestitini di Lilly Gruber, per la quale ha sempre avuto un debole.  Roba del tipo: "bada cosa è ndata a cercà Lilli Bube! Quell'è un optical di Vasarely. Bisogna avé un certo senso estetico pe andà a sceglie quella roba". Poi beve ir caffé la grappa e si congeda cor una frase simile a quella dela mattiuna: "Allora bimbe, se un avete bisogno d'altro io vo a letto".  Resterebbe Bob ma Bob...chi lo acchiappa più Bobbe? Perzo tra le casette di Osforde e le zampette dell'ingresi. Bello r mi Bobbe, com'è cambiato da quando s'era ragazzi. 

Ora per none sta a parlà sempre de cazzi nostri vorrei   recensire il libro di un collega che ovviamente guardo dal basso in alto con estrema ammirazione. Ho letto con molta attenzione e con gusto l'ultimo libro di Antonio Padellaro. Me lo ha mandato in regalo Dani sapendo che un tempo ero una giornalista e li spritz li bevevo invece di preparalli. Secondo me di giornalisti così non ce ne sono molti e il libro è na sorta di testamento professionale.  Compratelo se vi fa voglia, non vi deluderà. Io la mi copia l'ho messa al bar Nado e Dani dopo avella letta, la sua l' ha sistemata nela biblioteca di Esserino a disposizione di chi va a sedessi lì pe un po di riposo e na bona lettura.

Ecco la sinossi del libro:


«Sì, mi sono divertito ma la festa è finita da tempo. Il pianeta cartaceo si sta rapidamente sgonfiando sotto i colpi implacabili della rete e del disinteresse. Ancora qualche anno e le vecchie redazioni non esisteranno più come sistema pensante. E l’idea del giornale come idea del mondo rimarrà in una forma estremamente elitaria e con numeri sempre più piccoli. Mi sento come il sopravvissuto di un pianeta che progressivamente scompare».
Antonio Padellaro è una delle grandi firme del giornalismo italiano. Pur riconoscendo che “sangue e merda”, in una celeberrima definizione di Rino Formica, potere, politica e interessi degli editori abbiano da sempre condizionato la professione, l’autore ci racconta i meccanismi che governano la notizia e i retroscena che spesso l’accompagnano. Più di cinquant’anni di giornalismo, di scoop e ricordi autobiografici, di ritratti di personaggi potenti o eccentrici che si sono succeduti, di “maestri” e amici di sempre.
Solo la verità lo giuro è un libro sincero, che non fa sconti a nessuno, tanto meno a chi scrive, un diario intimo fatto di confessioni, riflessioni e rivelazioni, spesso dirompenti e amarissime. Senza mai perdere il gusto dell’ironia (e dell’autoironia) a cui Padellaro si è sempre affidato.

2 commenti:

  1. ciao, sono redcats, anche io ho problemi con i commenti. Mi
    fa sempre piacere leggervi e avere vostre notizie.
    Mi dispiace per questa chiusura di Dante, speriamo che sia una reazione destinata a esaurirsi!
    E per quanto riguarda la vita del Bar,complimenti per la vivace movimentata attività, certo i tempi sono cambiati, cara signora!Siete coraggiose a stare da sole !
    Spero di poter di nuovo leggere qualcosa anche da Dante, intanto un caro saluto a tutti ! Anche a me piace Padellaro

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  2. adesso che ho pubblicato mi è uscito fuori l'avatar! Baci!

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