sabato 27 agosto 2022

fatevi i gatti vostri 1951 "Quando i generali sono stronzi senza eguali"


Il giorno canonico di pubblicazione del post sarebbe la domenica. Almeno è così da quando dopo alcuni anni di ritmo serrato durante il quale postavamo quotidianamente, decidemmo di dare una cadenza un po' più blanda alle nostre folli esternazioni blogghesche. Ciò ci ha permesso di stare sempre sul pezzo e di consentire ai nostri lettori una fruizione meno ansiogena dei contenuti di questa nostra paginetta on line. Pubblico invece oggi sabato. Il 27 agosto è un giorno particolare perché proprio in una caldissima serata dello stesso giorno ormai nel lontano 99 la mamma di Dante prese il volo per quei prati del Gatto Eternissimo dove prima o poi andremo tutti. Quando si è manifestata in sogno allo zio lo ha sempre rassicurato che lassù si sta bene, anzi di là perché Dante questo eden lo sogna in pianura. Del resto perché mai durar fatica anche a fare l' ultima salita, roba da masochisti. Si sta bene, gli ha detto confermando anche  che è pieno di gatti ma non ci danno da mangiare scatolette e croccantini e ciò basta a lenire le mi ansie riguardo all' aldilà. Siccome l' amatissima mamma se ne andò dopo una solenne mangiata, arricchita da tiramisù e limoncello Dante celebra ogni anniversario con altrettanto ricche libagioni. Dato che domani saremo dalla mia nonna, in montagna, privi, come mi pare naturale di connessione alla rete internet, gli ho chiesto se gli desse fastidio che il post fosse pubblicato oggi ma lui mi ha tranquillizzata: "ala mi mamma piacevano i racconti, la musica, il ballo e mangià donque fai pure". E allora iniziamo dal titolo:
Zanza mi ha mandato un nuovo pezzo del gemello che pare avercela con i generali. Probabilmente dietro quella collina del brano eseguito in cover la volta scorsa si poteva immaginare il grande macellaio della grande guerra quel Luigi Cadorna che mandava a morire migliaia e migliaia di giovani italiani quasi incurante del fatto che fossero uomini. Per fortuna che quel nostro famoso ebbe la sorte di essere rimosso dopo la disfatta di Caporetto lasciando che Diaz, forse  più umano e di certo meglio edotto in termini di strategia e tattica, ricacciasse gli austriaci dal Piave prendendoli a calci nel sedere a Vittorio Veneto. Già, Vittorio Veneto! Terra natale della mia nonna materna e celebre per  la famosa battaglia dove il Bepi  fratello del mio bisnonno, e pertanto lo zio di mia nonna Giovanna, si era  conquistato un posto tra gli eroi. La nonna si ricorda ancora di suoi racconti accanto al fuoco quando narrava di come appollaiato su un albero, lui abituato alla caccia al cervo era riuscito a far saltare la testa a tutti e quattro i soldati nemici che, dalla postazione di una mitragliatrice, stavano falciando i nostri fanti lanciati all' attacco. "In quel momento- diceva- mi gero na bestia, gavaria fato sciopar ea testa anca a diese omini" (ero come una bestia e avrei fatto saltare la testa anche a dieci uomini) ma quando caduto l' ultimo si era precipitato verso la mitragliatrice per rivolgerla verso i crucchi, li aveva visti in faccia quei morti
"cuatro tosi de disdoto o disnove.. gnanca vinti ani i gera gliori. E mi....mi  go sciopà a pianzer ma poi mi go dovuo massarne massa altri co quea mitraiatora bastarda che ne gavea copà tanti de niantri. (4 ragazzi di 18 o 19 forse..neanche 20 anni erano loro e scoppiai a piangere ma poi ho dovuto ucciderne troppi altri con quella mitragliatrice bastarda che ne aveva uccisi tanti anche di noialtri).
In lui dice la zia Holly, che qualcuno di quei racconti lo ha ascoltato anche lei, c'era quasi una scissione tra i due momenti: quando sparava era un soldato che difendeva se stesso e i compagni, quando guardava in faccia quei poveri caduti si risvegliava in lui il dolore per quelle vite spezzate vite di ragazzi che avevano 20anni come lui. Montanaro e cacciatore di cervi lo avevano messo tra i tiratori scelti del regio esercito e lui aveva fatto quello che aveva fatto sempre, aveva mirato alla testa il colpo che non da possibilità di reazione.
Anche quando ammazzava un cervo, raccontava lui, si commoveva  prima di macellarlo e poi commentava quasi a scusarsi coi familiari presenti: "no zé par zogo zé par magnar" (non lo faccio per divertimento ma per mangiare). Così fu eroe di guerra e i suoi superiori lo avevan proposto per la medaglia d' oro e un vitalizio,  ma quando Mussolini arrivò in Veneto e volle conoscere i combattenti e i reduci lui non ci andò perché dopo la guerra aveva aderito al partito socialista  e di farsi stringere la mano da quello là non gli andava proprio. Il  federale del suo paese che aveva stilato la lista degli eroi da presentare al Duce, lo convocò per una severa reprimenda  e quando lui rifiutò decisamente di prendere la tessera del Fascio bastò una breve  camunicazione a Roma. Niente medaglia d' oro, né d'argento o bronzo, una semplice croce al merito di guerra che davano a quasi tutti quelli che erano stati al fronte senza scappare. 


Al Bepi la consegna della croce e di un diplomino tentò di farla il solito federale ma lui disse: "grassie ma no ghe avanto a torla sta roba. A mi, patria o non patria, me dispiase anca dèso  de aver copà quei tosi lasù,  daghela a qualchidun che a vogia sta crose. (Grazie ma non ce la faccio prenderla questa cosa, a me, patria o non patria,  dispiace anche adesso di aver ucciso quei ragazzi lassu, datela a qualcun'altro che la voglia questa croce) Ovvio che il federale se la legò al dito e quando quasi a fine guerra ci furono i rastrellamenti ci mise lo zampino perché l' avventura iniziata nel 18 nel 43 continuasse con la deportazione in un campo di lavoro tedesco. Il Bepi non si scompose lavorò come una bestia a zappar patate per i tedeschi 16 ore al giorno. Lavorava con una tale energia che perfino i carcerieri si stupirono e il loro capo un giorno gliene chiese conto. "Go da pagar un debito per quei che go amassà ne disdoto" (Ho da pagare un debito per quelli che ho ucciso nel 18)  rispose  ma i Tedeschi non capivano il dialetto e con un calcio in culo lo ributtarono nel campo a zappare finché arrivarono gli Americani a buttar giù i cancelli e a proclamare il "liberi tutti".
Già gli americani, eroi liberatori con cioccolate, sigarette e il cineoperatore che riprendeva ogni passo. Anche loro però tra i propri  avi avevano dei generali macellai che avevano massacrato le tribù dei nativi americani in nome di una patria che ancora era da costruire e che, costruita sul sangue, ancor oggi  pare non aver perso l' antico vizio.
Di questo Generale dagli occhi turchini canta il Tafano con una intensità che ad esser sincera nella vita quotidiana non sono riuscita a riconoscergli. Stavolta rinuncia alla chitarra lasciando il compito al Ciampi e fa bene perché insieme confezionano un pezzo d'alta scuola.

Buon weekend
Dani










 

12 commenti:

  1. Mi hai colta in mutande e col maritozzo inzuppato nel caffé. Adoro far colazione fregandomene della forma. Ho visto il messaggio che mi segnala la pubblicazione e, vi leggo e vi ascolto. Anzi ho messo in pausa per scrivere. Dante fa bene a ricordare la mamma con il banchetto così si faceva quando la gente aveva cervello prima che i preti maledetti usassero la morte come strumento di terrore e di dominazione. La storia del Bepi è fantastica e credo ce ne siano stati più d'uno d'uomini schietti che misero la loro vita a difesa della patria ma poi maturarono una coscienza di classe. Di più ovviamente quelli che si misero la camici nera am allora come adesso eravamo in Italia.... Il Tafano, mi ripeto è una scoperta, e per te potrebbe essere una scoperta altrettanto interessante se tu volessi. Voglio dire, si capisce lontano un chilometro che la cotta adolescenziale fa ancora capolino. Io ho visto che schianto di ragazza sei ma soprattutto che testa e che sentimenti hai, pensi davvero che tutto questo possa cedere di fronte a due chiappe a disegni? Io non credo. Se ti interessa prenditelo è un consiglio di Patty che su queste cose è una grande coach. Se poi alla voce stupenda e al volto intrigante non corrispondesse identica qualità di uomo (ma mi pare difficile visto che ha lo stesso dna di Zanza) allora ascoltalo e non rompere! Scherzo ovviamente.
    Baci
    Patty

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    1. Molto pratica la Patty! In realtà tutti e due sappiamo che c'è forte simpatia tra noi, altrimenti figurati se lo scriverei in un blog che anche lui legge! Credo però che dalla simpatia all' attrazione ci siano alcuni gradini di intensità. Probabilmente questa non c'è stata finora e io di situazioni fatte tanto per provare sono piuttosto stanca e delusa così specie con degli amici del cuore rinuncio anche a considerarle.
      Love
      Dani

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  2. Un, quante cose tutte insieme! 😊
    Allora, prima di tutto tanti auguri alla mamma di Dante e son contenta che se la passi bene, del resto un oltrevita in un posto in pianura e con tanti gatti mi sembra il massimo.
    Il Tafano anche oggi ci canta una delle più belle canzoni italiane. A sorpresa, ha bucato le generazioni o almeno diverse volte l’ho sentita citare dai miei ragazzi. Le memorie del nonno sono proprio belle, ci ho un quarto di idea di ritoccare un minimo quella sezione del post e farlo leggere in classe quando arriva la prima guerra mondiale, come “Testimonianza”, perché abbiamo un sacco di bella letteratura scritta da gente che la guerra in trincea l’ha fatta davvero, ma qui si riporta un passaggio che non è comune e che è importante: la guerra ti trasforma in un assassino ma ti fa capire anche l’assurdità del meccanismo che c’è dietro e anche la storia della medaglia è molto importante perché il nonno non ha avuto solo quel lampo di illuminazione che hanno avuto in tanti, ha continuato a ricordarsene per tutta la vita.
    Basta, smetto di sproloquiare torno alle saghe norrene, dove in battaglia si fanno molto meno morti ma in compenso nessuno sembra soffrire di sensi di colpa 😳
    E buona ricorrenza a tutti, naturalmente.

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    1. Grazie carissima Prof.
      la tua intenzione di citare la storia in classe è un onore. Ho vaghi ricordi delle saghe norrene che zio Dante, leggendoti, ha subito preso spunto per ribattezzarle "seghe norrene". Secondo lui una variazione epica di quelle mentali.
      Un abbraccio al quale si uniscono gli zii e naturalmente i tre esseri pelosi
      Dani

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  3. L'idea della collega Murasaki mi pare ottima. E' una bella testimonianza. Il Bepi nella sua semplicità ha compreso quello che i generali con tante stelle e tante decorazioni neppur oggi capiscono. Ha capito che quei poveri nemici sono ragazzi come lui mandati a sparare a un nemico dipinto dai teorici della guerra in nome di un confine su una carta geografica e di una Patria avara di pane ma generosa nel trasformarli in eroi, spesso morti. Mi è molto piaciuta anche la riscrittura dell'arrivo degli americani. Brava Dani! L'alternanza con Zanza alla tastiera apporta a questo blog freschezza di idee ed ottimi spunti letterari. Il pezzo musicale, stupendo, mi pare fosse di De Andrè, è eseguito benissimo dal Tafano, quasi superfluo ricordare la bravura del Ciampi alla chitarra. Bello anche il ricordo della mamma di Dante, di là il Gatto Eterno avrà certo provveduto a far portare tiramisù a lei e tonno speciale magari "con sorcio" per Esserino.
    Buona Domenica
    Giovanni Martinelli

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    1. Grazie per i complimenti a me, Zanza e all' ottimo Tafano, mancandomi quella nell' Onnipotente degli umani vorrei avere almeno una solida fede nel gatto Eterno per sapere il mio Esserino saltellante in quei prati.
      Un affettuoso abbraccio
      Dani

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  4. Trovo questo post educativo almeno sotto tre punti di vista: una commemorazione non deve essere un piagnisteo. La storia del Bepi e qui chi mi ha preceduto ha toccato i punti salienti. Il fatto che un giovane canti questa roba dei miei tempi. Non ho nulla contro i Manneskin Achille Lauro o Ultimo, anzi mi piacciono. Trovo però che i testi di De André di De Gregori, di Dalla, di Guccini facciano parte di un epoca che non so se e quando si ripeterà.
    Buona Domenica
    Eliana

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    1. Anche io amo e ascolto i modernissimi che tuttavia, a parte il sound e il look raramente mi stimolano riflessioni profonde cosa che invece accade con gli autori che citi.
      Grazie per la costante attenzione
      un abbraccio
      Dani

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  5. Bellissimo post bellissima cover un abbraccio a tutti
    Lucy

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  6. Finalmente una domenica a casa. Ho tempo di leggere e scrivere. Tanti e tutti profondi e interessanti i temi racchiusi in questo post. Molto bella l'immagine del Prato del Gatto Eterno senza salite. Ci voleva un paradiso alla nostra portata! Mi piace anche l'idea del pranzo in ricordo della mamma. L'inserimento del racconto di questo avo è perfetto. Molto molto umane ed equilibrate le sue reazioni. Una medaglia d'oro al senso di profonda umanità la merita. Sulla cover posso dire che il Tafano interpreta bene senza voler scimmiottare De André e questo giova alla sua prestazione e alla fruibilità del testo che è stupendo. Fosse nato in America sarebbe stato un Dylan invece qui ci sono ancora degli imbecilli che lo definiscono un figlio di papà annoiato e viziato che gioca a fare l' anarchico ma si lascia sedurre dalle belle forme della regina "del ballo della steppa", imbecilli! L'ho già detto ma lo ripeto volentieri. Infine su questa passioncella che anima Dani: il consiglio di Patty è perfetto ma bisogna avere il carattere di Patty oltre che la sua presumibile avvenenza. Io ad esempio ero una timidona che sognava i bei ragazzi ma faceva pratica con la Nutella e devo ringraziare la buona sorte che sia stato Giacomo a prendere l'iniziativa, sennò sarei rimasta zitella.

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  7. Come ho scritto a Martinelli è l'unico aldilà in cui vorrei credere fermamente. Credo che anche il Bepi sia tra i gatti ovviamente senza fucile ma con la zappa per curare gli orti del Gatto Eterno.
    D'accordissimo sul tuo giudizio su Fabris e anche su quello in merito agli imbecilli.
    Giacomo, con l'occhio da ingegnere, deve aver intuito che eri un perfetto prototipo ed ha fatto bene a muoversi per tempo
    Con affetto
    Dani

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