venerdì 23 aprile 2021

fatevi i gatti vostri 1818 " molte volte in una mattina "

Sto vomitando dalle 6 e mezzo a intervalli di circa mezz'ora. Davvero molte volte in questa mattinata che era iniziata con un bella luce primaverile e poi siè cambiata in incubo.  Ormai solo conati ma non mi passa né col Plasil né con i vari  rimedi della nonna.  La zia si è portata zio Dante in barca e Zanza non mi risponde quindi provvedo, come posso a questo scampolo di post. Del resto la presentazione del film l' avevo preparata ieri sera quindi non ho problemi a inserirla. Per il resto confidiamo nella buona sorte . Vi farò sapere, sperando d'essere io a poterlo  fare. Buona Giornata

Dani


UN FILM PIÙ CHE RIUSCITO 
SU COME DOVREBBE 
ESSERE LA SCUOLA: 
LUOGO DELLA TRASMISSIONE 
DEL SAPER IMPARARE.
Recensione di Marianna Cappi
giovedì 21 gennaio 2016

Nella banlieu di Créteil, a sud-est di Parigi, il crogiolo di etnie e differenti confessioni religiose ha numeri ben sopra la media. Al liceo Léon Blum, in particolare, c'è una classe multiculturale litigiosa e indisciplinata che crea problemi al preside e al corpo docente. Solo la professoressa di storia, Anne Gueguen, pare essere in grado di farsi ascoltare da quei ragazzi. Non solo: contro il parere di tutti, inizialmente scoraggiata dagli studenti stessi, la Gueguen sceglie proprio la seconda esplosiva, anziché la gemella "europea" e più disciplinata, per partecipare al concorso nazionale della Resistenza e della Deportazione (CNRD) indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione. L'incontro con la memoria della Shoah avrà un impatto indelebile sulla vita e sul comportamento dei ragazzi della banlieu.
Fuor di finzione, l'esperienza reale del concorso letterario è stata di grande stimolo per il giovane Ahmed Dramé, che ha contattato la regista Marie-Castille Mention-Schaar e rievocato con lei quell'anno di liceo, e fornendole la base di partenza per questo film: una sorta di fratellino ingenuo ma felice de La Classe di Cantet, cui deve molta ispirazione, pur non eguagliandone la statura cinematografica.
Là, si trattava soprattutto di una guerra di parole: una lotta dura per avere l'ultima, e la presunta verità, tra arroganza e potere. Qui, quello che la professoressa insegna con successo è l'esatto contrario: il dovere, prima, di trovare le proprie parole, e di non cadere nella trappola terribile del silenzio-assenso, e poi di fermare quelle stesse parole, non solo quelle irrispettose e inaccettabili, ma tutte, e di opporre loro un silenzioso rispetto. Quando, nel museo dell'Olocausto, sono le ragazzine stesse a dire con un fil di voce che hanno deciso di trattenersi, che l'altro impegno è rimandabile mentre questo no, il film è arrivato a segno, nella sua vocazione didattica e non solo.
Appesantito inizialmente da un prologo a tesi sul muro contro muro tra la legge francese e l'identità culturale in materia di velo sul capo delle donne, con il tramite tenero e serio allo stesso tempo di una grande attrice, Ariane Ascaride, Una volta nella vita diventa in corso d'opera un film più che riuscito, anche perché perfettamente adeguato alle ambizioni di partenza. C'è un momento preciso che decreta la vittoria del film sul rischio di scivolare nel cliché, ed è il momento in cui l'ex deportato Léon Ziguel parla al gruppo di attori e comparse, tutti studenti. In quel momento, girato per forza di cose in un'unica ripresa, la finzione che struttura il film e la realtà storica che lo sostanzia raggiungono la simbiosi e la classe si apre ad annettere il pubblico tutto, in sala o altrove.
La scuola, origine e destinatario ideale di questo lavoro, è ritratta, con ottimismo e speranza, come il luogo possibile della trasmissione, non solo del sapere, ma ancor più del saper imparare. 

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La II G del Liceo Blum di Créteil, nella banlieu parigina, è una classe multietnica, composta da studenti svogliati, litigiosi e problematici, perché convinti di essere condannati all'emarginazione. La prof. Gueguen li fa partecipare al Concorso nazionale della Resistenza e della Deportazione sul tema "I bambini e gli adolescenti nel sistema concentrazionario nazista". Tratto da una storia vera, sceneggiata, in collaborazione con la regista, da uno degli studenti che l'hanno vissuta, Ahmed Dramé, che nel film interpreta il personaggio di Malik. 3° LM, dopo 2 prove di livello non eccelso, di Mention-Schaar, che, pur avvalendosi del modello di La classe (2008), porta sullo schermo una docufiction sulla scuola che sa essere originale grazie all'abile amalgama dei temi dello svantaggio sociale, della multiculturalità, del disagio adolescenziale, della Shoah, sagacemente calati in un'unificante e trascinante storia di riscatto umano. Raggiunge l'apice conoscitivo ed emotivo nell'incontro tra la classe e l'ex internato di Buchenwald Léon Ziguel, ma i momenti di sincera commozione sono molti. In ragione della troppo facile lieta fine, non sfugge, però, al sospetto di celebrazione della politica assimilazionistica, fiore all'occhiello della République française.

11 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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  2. Grazie per tanto impegno in un momento di disagio. Comunque avverti il medico e non fidarti di quella cavolata della vigile attesa.
    Un abbraccio
    Eliana

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  3. Speriamo che tu stia già bene ma in ogni caso attenzione massima ai sintomi! Per me 2 film ma sempre quando starai bene o potrai delegare qualcuno: quel vecchio Ultimo tango a Parigi del quale ho tanto sentito parlare, anche a sproposito, ma non ho mai visto. Poi siccome mi piace la tematica del tango: un ultimo tango
    Auguroni rimettiti presto
    Lucy Milàn

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  4. Scusa il piglio dittatoriale ma non stiamo a sentire sciocchezze sulla vigile attesa!!! Tampone e subito! Non voglio allarmarti ma leggendoti ho un preciso dovere medico: quello di spingerti a ottenere una diagnosi differenziale TEMPESTIVA infatti se l’RNA SARS-CoV-2 ha un particolare tropismo per le cellule del tratto respiratorio inferiore provocando sintomi conosciuti, come tosse, dispnea e febbre tuttavia, diversi studi hanno rilevato un numero crescente di pazienti che manifestano sintomi gastrointestinali come diarrea, nausea, vomito, dolore addominale. Inoltre, l’RNA SARS-CoV-2 è stato rilevato anche in campioni di feci, suscitando il sospetto che il tratto gastrointestinale sia un sito aggiuntivo di replicazione virale.
    Se cincischiano fallo a pagamento. Con altissima percentuale si tratterà di un semplice malessere ma sarò felicissima di essere stata allarmista. Un abbraccio
    Anna

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    1. Grazie Anna, ho scritto un whatsapp al mio medico che è abbastanza tecnologico e mi sono permessa di dire che una mia amica medico mi aveva allertata nel senso che hai detto tu.
      Passa lui in serata a farmi il tampone rapido e, in caso, mi fa fare anche il molecolare.
      Mi ha scritto di non allarmarmi ma che sì come dici tu si manifesta anche così.
      Adesso ho una fifa boia ma
      grazie di cuore io magari avrei aspettato un paio di gg.
      Dani

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  5. Gran bello spirito! Sei riuscita anche a farci il titolo sul tuo disturbo. Quello di Anna però mi sembra un ottimo consiglio anzi ordine eccellente. Spero che a quest'ora il peggio sia passato e si sia trattato solo di una indisposizione gastro intestinale ma comunque fatti fare l' esame, credo che tante persone avrebbero evitato molti tormenti se fossero state spinte a far così.
    Quando starai meglio, tra i film, mi piacerebbe trovare un emittente che metta in onda il divertente film di Allen ormai praticamente scomparso dalle scene: Una commedia sexy in una notte di mezza estate
    Baci e auguri
    Patty

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  6. Brava Anna! E tu, Dani, facci sapere e abbi gran cura di te!

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