Con la speranza di rileggere il caro prof. Martinelli con una correzione
per tutti, in biblio metto questo
buon 3 Gennaio
Dani
La violenza di genere è un’emergenza continua. Negli ultimi anni il numero delle donne uccise dal partner o ex non accenna a diminuire, mentre aumenta quello dei maltrattamenti contro familiari e conviventi e nella stragrande maggioranza dei casi le vittime sono donne. Si può fermare questa violenza? E come? Se si parla di contrasto, occorre andare all’origine della violenza. E il discorso, che è anche culturale e sociale, riguarda gli uomini. Hanno nomi diversi, si trovano in città diverse, ma l’obiettivo principale del lavoro è lo stesso. Si tratta dei Centri per Uomini Autori di Violenza (CUAV): attuano percorsi specifici con l’obiettivo da un lato di interrompere la violenza, per tutelare le vittime, dall’altro far sì che gli uomini acquistino consapevolezza e si assumano le loro responsabilità, anche per evitare recidive. Gli uomini possono accedere a questi centri autonomamente, su consiglio di un avvocato o per un invio da parte dell’autorità giudiziaria, del questore o dei servizi territoriali. Il fenomeno è in continua crescita. Come funzionano questi centri? Chi sono gli uomini che fanno questo tipo di percorso? Con un lavoro sul campo e un viaggio nel Paese reale, Michela Giachetta è entrata in contatto con le realtà che lavorano con gli uomini maltrattanti, li ha incontrati, ha seguito le riunioni, si è messa in gioco in prima persona per cercare di comprendere, dove possibile, le ragioni dietro la violenza. Non per giudicare o giustificare, ma per provare ad andare oltre la risposta detentiva e carceraria, soluzione non sempre risolutiva.
A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
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Dani, Venezia. Online dopo le 19 00
Non pensare che ti corregga, cara Dani. Io latino lo feci e anche greco ma non ricordo un acca. Tra l'altro ero perennemente in bilico tra il 5 e il 6. Non ero brava in italiano né in altre materie umanistiche. Me la cavavo in matematica. Maturata col minimo sindacale, alla fine a calci in culo ho completato architettura. La mia tesi sul design di abiti fu respinta tre volte dal mio relatore prima di ammetterla alla discussione. Lì mi difesi bene ma credo fu per l'impermeabile disegnato da me e indossato per l'occasione. Permettetemi di ringraziare Zanza che, col bere del 31 mi ha fatto fare un figurone con gli ospiti. Dovevamo essere 4 o 6 e alla fine abbiamo cenato in 12. Poi vorrei pregare Dante perché riprenda quel giallo veneziano che iniziò anni fa e che leggeva così bene. Ero rapita da quelle descrizioni, per me meno monotone di quelle della Firenze di Vichi che comunque apprezzo molto. Grazie infine per questo ultimo suggerimento. Un libro che dovremmo leggere tutti. Comincerò domani.
RispondiEliminaBuon pomeriggio
Patty
Normalmente uso lo screen reader che si collega al traduttore braille. Per scrivere posso usare la tastiera normale perché avevo imparato la dattilografia classica al tempo delle Olivetti meccaniche. Dato che però un barlume di vista ce l'ho ancora ho dato un'occhiata alla cagnetta. Deliziosa! Immagino la scena del postino con cane e bici stracarica. Ovviamente anche io agogno le tue descrizioni veneziane che facevano da sfondo al quel bel giallo. Finiscilo dai! O perlomeno vai avanti con qualche altro capitolo. Vichi lo ascolto sempre volentieri e questo me lo farò leggere dai miei figli sperando che ne ritengano l'essenziale.
RispondiEliminaEli