domenica 3 settembre 2023

fatevi i gatti vostri n. 2015 "O te e lo mangi il breccino?" In ricordo di Upi

Lo scorzo fine settimana siamo stati chiusi per lutto. Ora è il momento di dà la via a ricordi.

Ci sono molti tipi di amicizia che non escludono contrasti e talvolta anche qualche scazzottata dopo la quale, se le fondamenta erano robuste, ci si stringe la mano e si rinnova il sodalizio. 

Ci sono amicizie fraterne, come quella con Dino, nelle quali ci può stare il battibecco, la presa per il culo et similia ma comunque rette da qualcosa di archetipico bevuto col latte materno e pertanto saldissime.

C'è poi nela mia ormai discreta esperienza di vita il rapporto con un amico col quale non ho mai avuto modo di sperimentare qualcosa di simile a quanto descritto finora. Un'amicizia nela quale non c'è mai stata mezza parola di troppo, nella quale ti intendevi ad occhiata o anche con solo mezza parola. Mai uno screzio, mai un dissapore. Capitava di non vedessi per mesi e mesi ma quando ci si incontrava scattava vicendevole il sorriso, testimone del piacere di ritrovassi e in bona salute. Allora riattaccava il gioco dei ricordi, la rievocazione delle avventure giovanili, la risata al rammentare situazioni buffe condivise.




C'era poi, fra noi, un codice comunicativo che traeva spunto da vicende aneddotiche  afferenti ala nostra comune memoria. Ne ricorderò una tra le tante. Raccontava, il mio amico, di un certo Tapino, proprietario di un cane. A lui  si presentò un conoscente con una cartata di cibo in mano. Si trattava di ossa di bestia e chiese al Tapino: "O Tapino, e li mangia l' ossi il tu cane?" E il Tapino di rimando: "O te la mangi la breccia?" Per chi non sapesse cosa sia la breccia chiarisco che consiste in grosse spezzature di sasso con le quali si solevano ricoprire le strade sterrate. Colto alla sprovvista e un po' mortificato il tizio, con tono gnegnoso di scusa, riprese: "Diobono Tapino, e volevo dì l'ossicini" ma il Tapino, impietoso e cinicamente logico ribadì cor una domanda tagliente ar pari d' una coltellata: "O te e lo mangi il breccino?" Trattasi si breccia dalla spezzatura più piccola con la quale si coprono vialetti un po' più curati. Per noi tale vicenda, ormai ascesa al grado di aneddotica, era rappresentativa della situazione in cui  uno ti fa domande o proposte idiote e nel persistere in tale posizione. Tale però era il grado di intesa tra me e il mio amico che quando ci trovavamo insieme al cospetto di qualcheduno che faceva un discorso stùpito (stupido) lui mi chiedeva: "O quanto ce n'è di breccino?" e io rispondevo al volo "Oh mammina" che nel nostro vernacola sta per (mamma mia non puoi immaginare quanto ce ne sia). Nessuno capiva e noi si rideva, complici.  Adesso anche lui ha passato il ponte e spero sia insieme a Esserino a Ito e a chi dei nostri amici s'è avviato prematuramente. A me resta la consapevolezza di aver avuto il privilegio di aver fruito di un rapporto di amicizia unico e d'essere restato cor un vòto (vuoto) dentro  che non credo ci sia modo di  riempillo.

Dante

Queste foto si scattarono nel '72  e te le ho portate a far vedere in giugno, l' ultima volta che t'ho visto.

Ora che ti sei lasciato ale spalle questo mondo di merda l'occhi e li poi anche aprì.

5 commenti:

  1. E ci credo che siete in lutto: il vuoto che lasciano gli amici è di un tipo tutto particolare, e ti toglie... nin so, ma ti toglie qualcosa. Buon ponte dell'arcobaleno anche a lui è un abbraccio ❤️ (...e io che credevo che vi foste presi la classica settimana di Ferragosto per prendere meglio il sole!)

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  2. Deve essere stata una persona singolare, forse unica, basta guardare le foto. Purtroppo all'idea del ponte dobbiamo abituarci perché ci stiamo avvicinando tutti. Almeno se quelli che si sono messi in cammino prematuramente potessero darci qualche ragguaglio. Bella e arguta la vicenda del Tapino e simpaticissimo il vostro metodo di scambiarvi opinioni top secret. Auguro al tuo amico una piacevolissima permanenza nel regno del Gatto Eterno.
    Giovanni Martinelli

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  3. Ciao Dante, in primavera ho perso un'amica carissima che per tanti anni mi aveva prestato i suoi occhi per portarmi in giro insieme in tanti posti bellissimi. Capisco quindi cosa provi, spero solo che di là ci sia qualcosa almeno per le persone belle e buone come il tuo amico e per i mici ovviamente
    Eliana

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  4. Il tuo povero amico pare l'emblema del '68. Almeno in quelle foto. Molto belle. Mi dispiace per lui e anche per te. Certe perdite lasciano proprio il vuoto. Spero tu abbia ragione nel tuo augurio finale e che lui possa avere aperto gli occhi su un mondo migliore. Certo resterà sempre vivo nel tuo ricordo.
    Patty

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  5. Non sono assolutamente una complottista ed ho fatto tutti e 4 i vaccini, come tutti in famiglia mia, però sto osservando che da dopo la pandemia stanno morendo un sacco di persone giovani.
    Mi spiace per la vostra perdita ed auguro anche io al vostro amico di aver trovato un posto migliore.
    Luci

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