Io, lo sapete, PiCcIno un lo son mai stato e nemmeno PidDino o PiDocchio che dir si voglia.
Pur riaffermando r mi penziero, forze anacronistico e probabirmente dissidente anche co me stesso, mi so espresso, spesso in modo favorevole ne confronti d'un esponente vintage della sinistra italiana. Grosso modo mio coetaneo. Lo faccio di novo e volentieri dopo avé fenito di legge r su libro "Chiedimi chi erano i Beatles".
È la narrazione di come la sinistra sia sparita. Un testo che bisognerà propone a chi ancora è a scuola e di certo anche ala Schlain.
"Perché oggi manca un vero movimento collettivo rivorto al cambiamento?"Si interroga Piergigi. Non si tratta di un’opera nostalgica né di una critica, ma di un racconto su na maniera diverza di fare politica. Come succedeva quando la sinistra rappresentava un movimento che non era solo generazionale, ma di carattere collettivo. E adesso? Oramai non c’è più un "noi": per questo motivo la sinistra perde terreno. Luilì ce lo spiega n modo chiaro e ben argomentato. Conziglio di leggelo ma soprattutto di fallo legge a chi ha da 15 ai 25 anni.
Il libro è stato messo in bella mostra da Esserino ed essendo fresco di stampa lo trovate da comprare dappertutto.
Bona Giornata
Dante
ecco anche la sinossi
“Se c’è qualcosa che vi urta nel profondo, non state lì a pettinare le bambole. Non importa in quanti sarete, se in tanti o in pochi o da soli. Impegnatevi, e collegate l’impegno a un pensiero. Magari con l’aiuto di chi ha frequentato la politica per tutta una vita e dovrebbe dedicarsi a seminare e non a raccogliere.” È un invito, quello di Pier Luigi Bersani, che nasce da un viaggio lungo tutta l’Italia e dalle conversazioni avute, spesso davanti a una birra, con studenti, giovani militanti e attivisti. E in queste pagine l’ex segretario del Partito democratico, oggi semplice iscritto, si rende disponibile per “continuare quel dialogo mettendoci un po’ di radici, un po’ di memoria e qualche approssimativa rima storica che possa essere utile a dare maggior consapevolezza del presente”. Partendo dalla Storia, infatti, Bersani racconta le scansioni e i momenti chiave della vicenda italiana ed europea, per capire quale è il senso (e il metodo) della buona politica, quale il peso del lavoro, inteso come soggetto, nell’evoluzione delle nostre democrazie; quale atteggiamento tenere verso il nuovo tecno-capitalismo e le derive della globalizzazione. Con uno sguardo attento, impreziosito da aneddoti e ricordi personali, proprio su quel “partito della nazione”, il Pd, sulla sua fondazione, sulle prospettive, sulla sinistra “da non lasciare mai incustodita”. Pagine “fuor di metafora” impegnate e generose (“la generosità” dice Bersani “è la materia prima della politica”), ispirate a un principio cui l’autore non ha mai derogato, ancora più valido nel confronto con queste nuove destre: “Per reagire non servono parole alate o politiciste. Servono parole per l’uguaglianza e per la dignità e il valore di ogni diversità; parole che semplicemente si facciano capire e non appaiano straniere ai luoghi dove si svolge la vita comune della gente”.

Comperato una decina di giorni fa dopo averne sentito parlare in tv. Ancora devo iniziarlo ma la tua recensione mi motiva ulteriormente. Grazie Patty
RispondiEliminaMi piace l'idea penso di prenderlo anche io. Grazie Eli
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