sabato 4 gennaio 2025

fatevi i gatti vostri 2074 "Qualcosa d'inglese"

Questo libro ce lo regala Amy, lo aveva in valigia ma l'ha finito di leggere ieri  e me lo ha regalato ovviamente in inglese che io mastico piuttosto bene.  E' una esperta del seicento inglese e mi racconta che questo è un libro illuminante sul periodo che staccandosi dal feudalesimo precorre l'età moderna. Vagabondando con lei per librerie l'ho portata all'acqua alta che, come sapete è la mia preferita anche perché ci sono i gatti tra i libri. Ho chiesto se ne avevano una edizione italiana e con 3 euri ne ho portata a casa una copia usata ma seminuova. Già messa in biblioteca.

Come avrete capito Amy e Booby non hanno gran voglia di tornare ai geli britannici, specie lei che a differenza di tutte le ex di Bobby (tranne Martina) ho sempre torvato piuttosto gelidine e antipatiche. Figuriamoci se Nara e Ampelio che si stanno godendo una vacanza che aspettavano da trent'anni hanno voglia di tornare Livorno.

Costanza forse vorrebbe tornare a casa in Svizzera (lei ha aziende importanti da tenere sotto controllo) ma a Dino piange il cuore al pensiero di lasciare il fratello di latte Dante e frena con tutte le sue forze.

Insomma siamo ancora tutti gli stessi della vigilia di Natale e arriveremo tutti insieme alla Befana. Il 7 sarà un triste giorno, abituati come siamo a stare tutti insieme. Ma appena si sentirà puzzo di Carnevale arriverà Zanza e poi... e poi l' inverno sarà quasi alla fine e cominceremo le prove costume. Il tempo corre di per se ma con l'immaginazione io riesco ad accelerarlo

Buona giornata


Dani


ecco copertina e sinossi del libro citato





Christopher Hill, uno dei maggiori storici del nostro tempo e il più acuto conoscitore del Seicento inglese, ci offre in questo volume un modello delle trasformazioni che hanno reso possibile il passaggio da una società tradizionale, per tanti aspetti legata al feudalesimo, a una fase ben più avanzata in cui è imminente la rivoluzione industriale. In un rapido, efficace scorcio ci viene mostrato come l’Inghilterra dei Tudor, retta da un’economia agricola spesso arretrata e dominata da un’aristocrazia fondiaria, conosca un processo di sviluppo economico- sociale che consente la formazione di un mercato nazionale e cambiamenti tanto radicali da farla balzare all’avanguardia dell’Europa moderna. Parallelamente un profondo rivolgimento ideale sovverte le convenzioni e i tradizionalismi medievali per affermare la nuova morale del “far da sè” e la filosofia di una borghesia imprenditoriale sicura nella sua marcia al potere. Il metodo di Hill consiste nel “mettere in evidenza l’interazione fra la politica e l’economia”, e in pari tempo mostrare i nessi con lo sviluppo della civiltà e della cultura moderna; “la poesia di Milton, l’astronomia di Newton, la filosofia di Locke, la macchina a vapore di Watt, la teoria economica di Adam Smith, tutto ciò senza dubbio scomparirebbe se riuscissimo a cancellare i rapporti tra le forze sociali che han fatto sì che la rivoluzione inglese si sviluppasse nella direzione che conosciamo”.

venerdì 3 gennaio 2025

fatevi i gatti vostri 2073 monstrum non est sed crimen facit

Con la speranza di rileggere il caro prof. Martinelli con una correzione

per tutti, in biblio metto questo

buon 3 Gennaio

Dani



La violenza di genere è un’emergenza continua. Negli ultimi anni il numero delle donne uccise dal partner o ex non accenna a diminuire, mentre aumenta quello dei maltrattamenti contro familiari e conviventi e nella stragrande maggioranza dei casi le vittime sono donne. Si può fermare questa violenza? E come? Se si parla di contrasto, occorre andare all’origine della violenza. E il discorso, che è anche culturale e sociale, riguarda gli uomini. Hanno nomi diversi, si trovano in città diverse, ma l’obiettivo principale del lavoro è lo stesso. Si tratta dei Centri per Uomini Autori di Violenza (CUAV): attuano percorsi specifici con l’obiettivo da un lato di interrompere la violenza, per tutelare le vittime, dall’altro far sì che gli uomini acquistino consapevolezza e si assumano le loro responsabilità, anche per evitare recidive. Gli uomini possono accedere a questi centri autonomamente, su consiglio di un avvocato o per un invio da parte dell’autorità giudiziaria, del questore o dei servizi territoriali. Il fenomeno è in continua crescita. Come funzionano questi centri? Chi sono gli uomini che fanno questo tipo di percorso? Con un lavoro sul campo e un viaggio nel Paese reale, Michela Giachetta è entrata in contatto con le realtà che lavorano con gli uomini maltrattanti, li ha incontrati, ha seguito le riunioni, si è messa in gioco in prima persona per cercare di comprendere, dove possibile, le ragioni dietro la violenza. Non per giudicare o giustificare, ma per provare ad andare oltre la risposta detentiva e carceraria, soluzione non sempre risolutiva.


giovedì 2 gennaio 2025

Fatevi i gatti vostri 2072 " a Firenze cola fantasia"

Avvenne tanti anni fa, ma ancora abbastanza recentemente da poter annoverare quanto ricordo all'interno dell'arco cronologico rispondente alla vita di questo blog. Presentai, su queste paginette on line, un audiolibro della Salani che si ntitolava morte a Firenze. Si trattava d' un giallo compricato che raccontava il rapimento e l'uccisione d' un ragazzino finito nelle mani di un gruppo di pedofili. Quello che mi colpì fu non tanto il filo conduttore della vicenda o la simpatica figura del commissario Bordelli, incaricato di quell'indagine e protagonista di molti altri gialli a firma Vichi. Mi colpì l'ambientazione e la capacità dell'autore di condurre il lettore per mano tra le strade di Firenze, ancora fangose per l'alluvione del 66. Conosco Firenze come un nativo e forse assai meglio di molti giovani fiorentini d'oggi. Per me 19enne significava il volo verso la vita. Non che Livorno fosse una piatta e silente città di provincia, tutt'altro. Come tutte le città di mare e di porto aveva il suo fascino ed era piena di movimento. Ma c'ero nato e mi pareva ad ogni passo che facevo d'avello già fatto milioni di volte. L'amavo ma mi pareva di non potemmi aspettà niente di novo, niente che  avrebbe reso la mia vita eroica e solo mia. A Firenze ebbi casa per conto mio e incontrai pella prima vorta i problemi legati a pagà l'affitto e le bollette. Problemi a trovà i soldi per la spesa e pei libri per l'università. Problemi che a volte mi parvero insormontabili. Come guasi mpossibile mi resutava  conciliare i lavori che rimediavo, sempre troppo faticosi, con lo studio e con gli affari di cuore, talvolta, e di coscia più spesso. Storie che si convenivano a un ventenne coll'ormoni a palla e un aspetto spendibile tra le concupiscenti dell'epoca. Eran davvero parecchie  dato che il sessantotto spalancava  più zampe di donna di tutti i ginecologi d'Italia messi nzieme.

Que tempi eran passati da un pel po' mentre ascoltavo r giallo di Vichi ma rivivevo strade e piazze pietra per pietra. Tra i mille lavori, che rimediavo pe sostenemmi, ala fine avevo vinto un concorso ale poste. Come portalettere avventizio, girai tutta la città prima che mi assegnassero una gita tutta mia. Non ero un gran camminatore neppure allora e la bicicletta, con a fianco il cane Ombra,


era il mi mezzo di locomozione e lavoro. Ma per farlo bene in bici devi avere in mente una mappa visiva delle strade specie perché a Firenze ci sono i numeri rossi a intersecarsi coi numeri neri. Quest'ultimi sono riservati alle abitazioni mentre i rossi indicano negozi, fondi commerciali, botteghe d'artigiani. Ma se non sai che il 14 nero di via Tal de tali indove sta quella immensa cicalona della Bardelli è subito dopo la bottega del Falciani, il vetraio, allora l'hai in culo di brutto e prencipi a fa avanti e ndietro cola bici che ala fine ti si arrovescia ti casca la borsa, la posta che vola  per terra, il cane  la rincorre e le tu madonne (rotte n quer posto in fondo ala groppa)  le sentan fino al Galluzzo e se  ti capita quando piove, anche oltre.

Preciso dunque il Vichi in quelle ambientazioni e io mentre ascoltavo risentivo l'odore di cucinato che arrivava giù dalle scale e l'aromi deli sciampi e dele tinte dela parrucchiera che lavorava n casa. Fu allora che prencipiai a maturare l'idea di fare qualcosa di simile con Venezia. Venezia co su canali e le su calli, co silenzi notturni e i chiacchericci mattutini mi pareva esser degna quanto Firenze per ambientare un mio giallo. Così cominciai a strutturallo e buttallo giù. So arrivato un pezzo avanti ma c'ho sempre da fenillo e spero di un fenì prima io di lui.

Ieri la mi nipote m'ha messo sur tavolino n'audiolibro di Vichi, e m'è parso un doveroso riconoscimento il fatto di presentallo prima di mettilo n'audioteca 

Qui vi metto la sinossi del libro

e qui i miei personali saluti e auguri per quest'anno che alcuni già vaticinano di merda.

Speriamo di no e se proprio di merda dov'esse esse speriamo piova parecchio ma senza fa dannni e fa piange nessuno

Dante




È orribile invidiare qualcuno che si detesta, ma a volte può accadere. Questo è quanto accade a Carlo, un traduttore in difficoltà economiche che vive alla periferia di Firenze, quando decide di prendersi in casa un inquilino per dividere le spese. Alla sua porta si presenta Fred – abbigliamento stravagante, modi irritanti e fare invadente –, ed è chiaro fin da subito che sarà una “convivenza impossibile” e che invece di risolvere un problema ne creerà infiniti altri. Fred – disordinato, rumoroso, indiscreto – è tutt’altro che un inquilino modello, ma il fascino “maligno” che esercita è irresistibile, come pure la semplice naturalezza con cui attraversa i casi della vita: sa muoversi con disinvoltura nelle situazioni difficili, ha sempre la battuta pronta, riesce a volgere le cose continuamente a proprio favore, e soprattutto ha uno strepitoso successo con le donne. Insomma, l’esatto opposto di Carlo, o meglio, forse proprio quello che lui vorrebbe essere. La storia, fin qui tragicomica, prende però una piega decisamente più seria quando si profila sulla scena l’inquietante figura di un misterioso assassino, e i sospetti degli inquirenti cadono proprio sulla casa del povero traduttore e del suo strano ospite.

mercoledì 1 gennaio 2025

fatevi i gatti vostri 2071 "uno e uno speriamo sia di buon auspicio"

 Questo post ha la cifra "1" a terminare il suo numero d'ordine e lo mettiamo online il 1 gennaio, lo zio Dante usa calcoli cabalistici tutti suoi per una sorta di divinazione  che non ho mai compreso e nei cui meandri,sinceramente, non mi sono mai avventurata.

Abbiamo tirato tardissimo stanotte. Alle 5 del mattino stavamo ancora sparecchiando e mettendo gli avanzi in frigo per la cena di stasera. Nessuno ha osato pensare di mettere qualcosa sotto i denti a pranzo.

Siamo rimasti tutti insieme ed eravamo un bel gruppo. Amy che ormai tutti consideriamo la ragazza di Bobby si sta dimostrando simpaticissima e soprattutto beve senza remore e regge l'alcool magnificamente. Assai meglio di Bobby che all'una di notte cominciva a ciondolare. La cena, come era nelle premesse è stata abbondantissima e varia ma hanno predominato i piatti vegetariani perché io, la zia Holly, Dante, Costanza e ormai anche Dino propendiamo per questo orientamento. Nara Ampelio ed Amy pur essendo onnivori avevano dato il loro assenso al no meat no fish e così nessuna bestiolina morta è salita sulla nostra tavola in forma di pietanza. Ci siamo strafatti di risotto, polenta, lenticchie e bigoli alla "Norma" (una variazione che ha riscosso un gran successo). Radicchio in teglia, carciofi ripieni, melanzane alla parmigiana e formaggi per chi li mangia. Patate fritte, arrosto e guarnite con pesto di rucola. Marmellate artigiane di albicocche albatre e fichi portate da Nara. Torta sbrisolona, sabbiosa e mantovana come dolci. Grappa artigiana di Bassano, anice forte con cui Ampelio ha corroborato caffè ed altre bevande. Nonostante i suggerimenti di Zanza non ci siamo concessi champagne e neppure prosecchi d'autore. Vino rosso di Bolgheri e Bianco di Cormons, prosecco del contadino con effervescenza naturale. Traballanti siamo andati fino in Piazza San Marco dove  a iniziare dalla mezzanotte e fino alla mattina seguente, l’evento più atteso, e ormai tradizionale, si chiamava Love 2025. Per chi non conoscesse ancora questo particolare format, spiego che si tratta di una “festa con il bacio”: allo scoccare della mezzanotte tutte le coppie presenti nella piazza si baciano contemporaneamente, accompagnate da musiche veneziane; a seguire un grande brindisi collettivo!  E da quest’anno il Capodanno diventava ancora più speciale con una novità che siamo sicuri diventerà una tradizione:  quest’anno il Capodanno si festeggiava in maschera!

Ovvio che si tratta di un chiaro apriporta al nostro tradizionale carnevale. Non avevamo costumi ma ci siamo messi mascherine coprivolto. Dante Dino e Ampelio hanno rimediato tre maschere da maiale ed hanno improvvisato i tre porcellini stagionati. Ovviamente ci sono stati i fuochi d'artificio.



Considerato che Ampelio Nara e Amy non avevano mai visto Venezia prima di questa vacanza abbiamo fatto il ritorno a casa girando a casaccio per le calli ovvero facendole scegliere ad uno di loro ogni volta che si presentavano una o più alternative di percorso. Ci siamo permessi di prendere la testa del grupo solo quando abbiamo visto che di quel passo non saremmo mai arrivati a casa. Dante e Dino che camminano male sono tornati a casa con la barca di Dante e al rientro li abbiamo trovati addormentati con le gatte. Comunque al tintinnio dei bicchieri si sono risvegliati di botto desiderosi di non perdersi neppure un goccio di questa bella nottata.

E' ora di preparare la cena, vi abbraccio Buon anno 

Dani