"Lo so che sarebbe 'morti, oggi. Ma voglia di foto e ricordi n'ho poca e di viaggi ar cimitero meno"
mi ha detto questa mattina lo zio, inzuppando la sua fetta di pane in un caffè, che aveva già saturato di aroma la cucina, poi ha preso la bottiglia del "cognacche" come lo chiama lui e lo ha generosamente rinforzato. Infine dato che avevo poche idee per il post del giorno questa "triste e mesta ricorrenza..." (tanto per citare Totò) mi ha suggerito di mettere qualche libro avente il giorne dei morti come titolo. "Tanto ce ne saranno diecine" ha concluso
Io non so se la Christie sia stata la prima ad usare questo titolo per un suo romanzo, fatto sta che ad oggi si contano decine di romanzi perlopiù gialli con questo titolo. La regina del Giallo, nella versione libro cartaceo ha trovata il suo trono sia nella bilioteca di Esserino,sia nell' audioteca, con questa bella edizione della Mondadori. A lei abbiamo deciso di affiancare, tra i tanti ad aver usato il medesimo titolo, un autore sicuro: Maurizio Degiovanni che col suo "Giorno dei morti" non ci farà certo sfigurare. Anche il suo libro è da oggi nella biblioteca del Gatto.
Di seguito le sinossi di entrambi i volumi
Sono ormai passati undici mesi dalla morte della bella e imprudente Rosemary Barton, e il suo ricordo ancora domina su quanti l’hanno conosciuta. All’improvviso però una serie di lettere anonime fa balenare il sospetto che non si sia trattato di un suicidio, come avevano concluso gli inquirenti, ma di un assassinio. Ma chi poteva avere interesse a uccidere la donna? Un marito tradito, una sorella invidiosa, una rivale incattivita o un amante annoiato? O forse Rosemary aveva veramente deciso di togliersi la vita perché tormentata da un oscuro segreto?
Ciò che appare subito chiaro è che nessuno di quanti erano con lei al ristorante Luxembourg, al momento della sua tragica fine, è chi dice di essere. La verità verrà alla luce solamente dopo un’allucinante e fatale ricostruzione del crimine.
Il romanzo dell’infanzia perduta.
Seduto con un cane a fargli compagnia, un bambino morto per caso. Un orfano, niente famiglia, niente amici.
E invece qualcuno che si chiede perché, e come, e quando.
Qualcuno che si mette a scavare in vite piccole, di cui non ci si cura, di cui non si sa niente.
Qualcuno che non si rassegna all’urlo che non sente, al lamento che non riesce a trovare.
Fino al giorno dei morti.