sabato 12 ottobre 2024

fatevi i gatti vostri n. 2049 "Venezianità"

Intanto grazie a Patty e a Redcats per aver immediatamente notato il nostro rientro.  In queste mie giornate  di rientro in redazione avevo voglia di scrivere di Venezia. Stavolta pubblico di sabato perché ho tempo. Infatti ho quasi ormai rinunciato al lavoro in barca con la zia e adesso in casa, davanti al pc, mi pare che mi manchi già l' odore dei canali e l'umido addosso che ti mette la voglia di farti un ombra de vin o una buona china calda nel primo bàcaro che incontri. 

Amo l'acqua e la barca ma un bel giorno la zia mi ha detto: "Vuoi fare la mia fine? Hai studiato, ti sei laureata, sei stata un anno in Australia, un anno a Londra, sempre insegnando e facendo il tuo lavoro e adesso sono anni che ti sei fossilizzata in barca con me a scaricare e caricare. Non lo capisci che qui è e sarà sempre la stessa storia, gli stessi canali, si incrociano le stesse persone sempre più incartapecorite dallo stare esposte alla salsedine e ad ogni accidente atmosferico." 

Alla fine ho capito e mentre ho ripreso a mandar richieste di assunzione ho lasciato che pian piano il mio posto venisse preso da una sua amica che era rimasta senza lavoro. Resta inteso che se volessi riprendere il timone ho prelazione su tutti, tra l'altro ho dovuto acquisire tutti i titoli necessari per condurre mezzi da trasporto. Probabilmente però non lo farò. Sono in barca da 5 anni. I miei trenta sono passati già da un pezzetto e ancora della mia vita non ho deciso cosa fare. Non ho voglia di tornare a Londra da Bobby, non è vita per me. Lavorerei volentieri con Zanza ma nemmeno a far la barista per tutta la vita mi vedo e non ci vedo neppure lei che sognava di fare la reporter in giro per il mondo. Ogni volta che fanno vedere un servizio dei vari inviati dai tanti teatri di guerra che ormai si sono aperti, le vengono gli occhi lucidi e mi dice: "Io dovevo essere lì e invece eccomi qui a sciacquar bicchieri e fare caffé, la vita di merda dela mi mamma e der mi babbo". La capisco, lei è nata in un bar e vissuta dentro quel bar per tanti anni quanti sono i miei. E' riuscita con sforzi immani a sostenerlo nella crisi economica prima e nella pandemia poi. Ora il bar va bene e Ampelio e Nara possono respirare e godersi la pensione anche se ogni giorno dedicano alcune ore al loro vecchio lavoro. "Io in casa... e mi ci piglia la depressione  mi ci piglia" dice Nara e Ampelio la corrobora "E io qui ho tutti i miei amici e poi c'ho la batteria di là in sala musica. Mica posso portare na batteria in camera a casa!"  E così ci siamo ritrovate tutte e due ingabbiate nei lavori di famiglia lei a Livorno e io a Venezia. Io forse più fortunata perché la zia è ancora abbastanza giovane e Dante ha pur sempre buone braccia nonostante in luglio abbia festeggiato i 70. Comunque per adesso sto con la zia a giorni alterni, nel frattempo Mariuccia impara e io mando in giro il curriculum. Lo zio a questo proposito ha subito sfornato una delle sue:

"Curri Culum che prima o poi na sedia pe appoggiacci il culum la trovi!" In fondo è un augurio anche se  non so quanto io desideri una sedia e un posto fisso.

Intanto, dedicandola al titolo che ho messo al post precedente, Samatta ha pensato bene di realizzare una cover di "E dimmi che non vuoi morire" brano stupendo in cui Vasco, Ferri e Curreri hanno creato un tema vocale e strumentale così bello che riesce ad esaltare al massimo livello le qualità di voce e interpretative della Patty Strambelli, una veneziana doc.

Poi per rientrare in questo clima fatto di canali, nebbie e bellezze a  non finire ho ripescato nel nostro archivio un bellissimo fumetto a firma di Laura Scarpa, un'altra venezianissima. Il fumetto in questione data ormai quaranta anni, nato quindi ben prima di me e ambientato in una Venezia che ormai è difficile riconoscere. Ve lo presento con bella introduzione comparsa su Nuvole Parlanti nel novembre 2011. Ovviamente in biblioteca di Esserino ce n'è copia disponibile per la lettura degli amanti del genere. Se riuscite a scavalcare la polvere che regna sovrana esibite la vostra tesserina al Gatto Guardiano poi aggiratevi pure all' interno ma se temete di perdervi nel labirinto il percorso logico è Biblioteca Esserino > Europa> Italia> Fumettisti Italiani> Laura Scarpa.
Un abbraccio a tutti Voi e spero di risentire anche gli altri dei quali agogno notizie
Dani


Laura Scarpa, “Venturina veneziana”, L’Isola Trovata, 1980.

Un delitto, una commedia teatrale, il carnevale, le gondole, le calli, il dialetto: c’è tutto di Venezia in “Venturina veneziana“, anche la caccia al tesoro dell’antica formula alchemica per produrre la venturina, appunto.  Sia il testo che i disegni sono di Laura Scarpa, veneziana (ovviamente :-), fumettista, illustratrice, giornalista e saggista, soprattutto di fumettistica.

Così ha scritto il suo collega Antonio Tettamanti nell’introduzione a questa edizione, pubblicata da L’Isola Trovata nella serie “I racconti delle nuvole”:

“(…) Laura oltre che mitteleuropea (di sponda) è principalmente una patriota veneziana a livello del Nievo di buona memoria. Non c’è altro dio se non Venezia, i canali hanno un buon odore. Umido? Quantomai. E se ci sono dieci gradi sottozero per lei è clima salubre. Tutto ciò non fa che rendere ancora più simpatica Laura (…). E dove volete che l’ambientasse una sua storia.
Per l’appunto, questa Venturina, gli elementi classici della città lagunare (oh, ma che noia la ricerca dei sinonimi) li ha tutti. L’intrigo, il carnevale. Le maschere e il mistero (unica concessione la P38 al posto del pugnale cesellato o del cuscino in tela di Fiandra). Il teatro (dialettale, ovvio) e le urla dei barcaroli che hanno un nome comico che non ricordo. Le isole abbandonate, gli artigiani locali e le osterie. Il dialetto che aspira alla dignità di lingua e la lingua indegnamente (ohibò) commista al dialetto. Ci sono anche tutte le sue amiche e amici, finisce che ci sono anch’io. Quello che voglio dire è che, maledetta lei, c’è riucita a disegnare e raccontare una storia in cui c’è tutto quello che lei vuole e racconta di solito (Venezia, ecc.) senza interventi di biechi sceneggiatori americaneggianti e pragmatici. Per quello che ne so io della città in senso lato, non solo i panorami quindi, dà l’idea esatta dell’ambiente e di come certe cose possano succedere solo fra quelle bifore e quei venditori di pesce (…). A conti fatti, la tradizione è rispettata e ci sono pure innovazioni sul vecchio tronco. E, ah, dimenticavo, disegna pure bene. E abita a Venezia. Che invidia“.

(02/11/2011)

3 commenti:

  1. A R E A __ C O M U N I C A Z I O N E__ R E D A T T O R I __B L O G
    http://www.esserino&balena.blogspot.it
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    Le risposte a questo primo commento sono riservate allo staff. I nostri lettori possono commentare seguendo le consuete modalità.
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    Dani, Venezia on line dalle ore 12:30 alle ore 14:30

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  2. Intanto la pin up dell'immagine a corredo del sound pare decisa a togliersi la maglietta. Se poi la cambierà.... chissà. L'esecuzione al sax di Samatta è superlativa, come tutte le sue che ho avuto modo di ascoltare in questi anni. Mi compiaccio per il fatto che in qualche modo collabori. Mi pare anche di udire il piano di Dino e la batteria di Ampelio ma non sono certa se sono loro o altri collaboratori. Sono ovviamente volata a Venezia per entrare in biblioteca di Esserino, col treno è impossibile in questi giorni e ho trovato il libro di Laura Scarpa poggiato esattamente dove avevi indicato. Il fumetto è delizioso e l'ambientazione nelle calli e nei canali stupenda. Bacioni e avanti così
    Patty

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Patty, come sempre attentissima anche ai dettagli. Mi ha fatto ridere la tua idea della gita in aereo per raggiungere la biblio del micio e sono contenta che ti sia piaciuto il testo a fumetti.
      Samatta è veramente sopra le righe quando suona, ma lo è anche nella vita: una bomba di energia! Il Ciampi e Ampelio hanno collaborato per l'accompagnamento.
      Altri mi hanno garantito collaborazioni quindi vivremo e chi vivrà vedrà.
      Un forte abbraccio
      Dani

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