Il romanzo mi era piaciuto molto, il film meno, nonostante gli ottimi interpreti. All'interno di questa rassegna tematica su esperimenti socio psicologici merita comunque di esser visto. Anche perché, in un futuro piuttosto prossimo, ci troveremo a fare i conti con realtà di questo tipo o, quantomeno, con i tentativi di trasformazione della nostra vita ad opera di vari Fratelli. Grandi Fratelli, ovviamente. Il problema è stato affrontato sotto molte angolazioni e in un periodo che va indietro nel tempo, almeno fino al fantastico libro di Ray Bradbury Farenheit 451. Bello anche il film che ne fu tratto.
Per la recensore mi affido al testo integrale degli ottimi interventi comparsi su https://pillsofmovies.com/ del 25 e 27 marzo 2020 aventi per oggetto rispettivamente la trama e i commenti sul finale del film.
Nella nostra cineteca troverete, come sempre, tutte le indicazioni per reperire la pellicola su canali che la trasmettono in diretta o in streaming.
Buona visione e Buona Settimana.
Bobby
testo integrale mutuato da pillsofmovies del 25 marzo 2020 sito citato nella nostra presentazione qui sopra.
Mae viene assunta in un’azienda famosa e visionaria, The circle, dove il concetto di privacy viene rivoluzionato grazie all’uso della tecnologia. La ragazza (Emma Watson) fa una rapida carriera ma si scontra con alcuni quesiti morali.
Lo story concept del film è intrigante ed estremamente attuale, immaginando le possibili implicazioni di un futuro (forse non troppo lontano) dove tutto è online e i social network si identificano con la vita stessa.
Ciò che viene a mancare è però lo sviluppo in fase di sceneggiatura. Innanzitutto alcuni personaggi chiave, come l’amica Annie e Kalden, l’inventore di The Circle, sono caratterizzati al minimo, a causa di alcuni tagli rispetto al romanzo da cui la storia è tratta. Kalden in particolare è una comparsa del film, nonostante l’importanza del personaggio, tanto che è impossibile giustificare le sue azioni.
L’evoluzione di Mae stessa stride con il finale. Un finale flaccido e dissonante, che rovina quanto di discreto fatto fino a quel momento.
La scelta è inspiegabile. Non si sensibilizza su ciò che è moralmente giusto, come si può supporre dal percorso di Mae fino a quel punto, né si va dal lato opposto, scelta fatta nel libro, dove Mae tradisce Kalden e conclude sognando un mondo dove anche i pensieri sono pubblici. Un finale, quest’ultimo, potente ed enfatico.
I produttori o forse James Ponsoldt (regia e script) scelgono invece una via di mezzo, che non accontenta nessuno.
testo integrale mutuato da pillsofmovies del 27 marzo 2020 sito citato nella nostra presentazione qui sopra.
La nostra opinione
Perché non ci piace il finale del film
Nel film Mae sembra poco a poco rendersi conto dell’importanza della privacy e il suo percorso nel film, dall’episodio con i genitori a quello dell’amico Mercer a quello dell’amica Annie, va verso una sua consapevolezza e verso il contrasto con gli intenti dell’azienda. Il finale invece ribalta tutto, ma non generando un colpo di scena, bensì una grande incoerenza.
Perché ci piace il finale del libro
L’autore porta all’estremo l’utilizzo della tecnologia e dei social network e la sua protagonista subisce un vero e proprio lavaggio del cervello. La sua scelta finale non solo è di grande effetto, ma è anche coerente con il suo sviluppo nel romanzo e suscita uno stridente fastidio e stupore nel lettore, che è costretto a fare i conti con quanto l’autore ha esposto nel suo romanzo di fantascienza.
Un saluto a tutti voi 💙 In questi ultimi mesi sto deplorevolmente trascurando la parte blog della mia vita, ma non per particolari drammi o problemi di salute. Sarà una fase di introversione, e confido che mi passi presto.
RispondiEliminaTra l'altro 'sta cosa che non mi pigli più il nome quando sono al tablet proprio non la reggo. E sono Murasaki, in versione Dama Scontrosa
EliminaGrazie anche per questo interessante film che mi riprometto di vedere come sempre in piccole porzioni per non affaticare il barlume di luce di cui dispongo. Ho una TV davvero sovradimensionata ma mio marito per Natale ha trovato un proiettore magnifico. Uso come schermo un lenzuolo bianco matrimoniale che mi appendono al bastone delle tende e così ho una immagine come al cinema, senza riflessi e comoda da vedere in poltrona. In questo modo sopporto agevolmente frazioni di un quarto d'ora/ 20 minuti. Il sonoro me lo danno le casse dei miei figli, insomma una pacchia.
RispondiEliminaBuona Domenica
Eliana
Caro Bobby le tue rassegne di film hanno sempre rappresentato una attrattiva particolare per me e Vale e suppliscono il tedio di molte attese di lavoro perché io quando ho un layover piuttosto lungo li guardo anche sul cellulare. Grazie dunque e ottime giornate a voi tutti
RispondiEliminaPatty