sabato 21 gennaio 2017

fatevi i gatti vostri n.675 "la paura fa 130"

"O non faceva novanta la paura?" Penseranno subito i nostri lettori.
No per noi  fa 130!!!
Euri...130!! Questo è stato l'onorario in notturna della clinica veterinaria dove ieri sera abbiamo portato di corsa il Rotolo. Non ho termini di paragone e potrebbe essere una cifra onestissima alla latitudine di gente normale ma per noi è una enormità che ci mette in ginocchioni per almeno 2 settimane.
S'era andati a fare un po' di spesa colla Barca, io e Holly, soli, perché Dani è ripartita per l'Australia 3 giorni fa. Aveva un biglietto con date aperte ma, fosse stato per la voglia che aveva lei, lo avrebbe fatto scadere. Così alla fine la su zia, che è testa ragionevole e motivante  con tutti, fòri che colo scrivente, l'ha convinta a rientrare e a tirare su un po di soldi perché tornare a Venezia senza una lira non è da furbi. Nel frattempo, poi, è bene  darsi da fare per lasciare la casa e vendere nei mercatini australiani la valanga di roba che ha comprato in poco più di un anno.
 Dicevo che, insomma, s'era andati a far spese in barca. Chi ci segue da sempre ormai avrà acquisito il fatto che a Venezia se devi fare acquisti piccoli basta un carrellino a due ruote da trascinarsi su per ponri e scalette ma se pensi di superare i 50 chili di peso la faccenda doventa un casino.
Bastano  un paio di confezioni da 6 d'acqua minerale da du litri, aggiunte alla spesa per una settimana, per fare di un trasporto normale una cosa ardua. Anche in barca, poi, non è semplice perché non ci sono ormeggi davanti alla Coop che affaccia proprio nel Bacino Santa Chiara, al principio del Canal Grande, nè ce ne sono negli altri supermercati e discounts presenti in città. L'ormeggio "a la romana" ovvero in doppia fila, è severamente punito con contravvenzioni che superano l'importo della spesa e così l'unico modo è andare in due, ormeggiarsi alla meglio anche ad altre barche o a una ringhiera, un pilone, un anello (tutte cose sanzionabili) con uno dei due che resta in barca per spostarla se se ne presenta la necessità e l'urgenza o se arrivano le guardie che per fortuna arrivano in barca e, ad occhio attento non sfuggono da quando sono a 500 metri. Partendo s'erano lasciati i gatti allegri e beati. Si facevano compagnia sul divano e poco prima, sia Esserino che Balena, avevano saltato e ruzzato con noi come due gattini di pochi mesi invece che due felinoni maturi di guasi undicianni. Al ritorno s'era  portato tutto il ben di Dio,  comprato,  fin nella nostra soffitta. Alla finestra di questo miracoloso ma elevato magazzino, per fortuna già da diverso tempo, ho potuto applicare una carrucola. Holly sta su alla finestra e mi manda giù una cesta capiente attaccata alla fune , io riempio la cesta, poi tiro la fune a due mani  e la roba arriva in cima alla casa baipassando le scale che sono talmente ritte da far soffiare non solo Balena e me ma anche Holly che ha fisico scattante e leggerissimo. Scesi in casa, m'ero attaccato al fiasco, per ripigliarmi da tutto quello stress, quando Holly mi chiama in camera e mi fa : "Dante secondo te Balena sta male?". Lo guardo, era sonnolento e coll' occhi  poco vigili. Lo tocco, era diccio marmato. Provo ad alzallo, ma  e mi si ributtava giù.  A palpallo ovunque  non miagolava, però. "Cascare un è cascato" ni fo a Holly " ma mi piace poco". Ho preso un fonendoscopio, che fa da corredo ala macchina che mi ci mesuro la pressione e gli ho ascoltato il cuore. Poi siccome di veterinaria un so guasi nulla,  pe avé un metro di comparazione ho ascoltato quello di Esserino. Contando i battiti al minuto di tutti e due mi dava  170 per Balena 182 per Esserino. Non mi pareva ci fosse in ballo roba di cuore. "Avrà mangiato male?" si pensava e allora  "Andiamo a vedè se ha rigettato da qualche parte" niente. "Avrà il mal di corpo?" "Andiamo a vedè se ha ca'ato normale". Nela sabbia c'era dela diarrea. "O di chi sarà dell' uno o dell' altro?". "E allora guardiamogli il buco del culo a tutti e due ". Balena era tutto merdoso, cosa strana per lui che ha sempre un culettino rosa come un bimbo. "Aspettiamo a vede se si ripiglia un pochino?!". Intanto si mangia ma nessuno dei due ne ha gran voglia. Holly intanto aveva digià l'occhi lacrimosi. Allora ni fo: "chiamiamo r vetrinario... se lo pole venì a vedè". Il nostro veterinario era oberato da cani, gatti, uccelli, padroni  e padrone di cani, di gatti e d'uccelli  e alla descrizione de fatti  ci consiglia di portallo alla clinica veterinaria aperta 24 ore su 24. 
Che volevi fa? Si mette Balena nella gabbiona si sarta in barca, si copre la gabbia cor una coperta e una cerata e cor una volata meglio di velle che fanno i tassì quandop so pieni di giapponesi e corrano pe un perde il se'ondo carico, si arriva proprio davanti all' h24, che da casa nostra son 10 minuti di barca. Sono stati gentilissimi, il gatto aveva cuore bono, polmoni col rantolo ma q ce li ha fin da piccolo, zuccheri a posto, vaccini fatti. Per fagli l'analisi del sangue l'hanno rasato nella gola e glielo hanno preso di lì, perchè a una bestia di quel genere è difficile trovagli le vene tra i muscoli e il grasso d'una zampa che, senza esagerare, pare un braccio di Holly. 
Insomma pericoli in atto non ce n'erano. Ci hanno proposto di lasciallo lì pe la notte ma Holly non ne ha voluto sapere: o tenevano anche lei o niente. 
Un po' bestia è la mi moglie (sennò un l'avrei pigliata) ma non abbastanza pe ricoveralla col gatto e, del resto, umani al seguito non sono consentiti nelle notti. Così s'è riportato a casa, felici almeno di sapere che di certo un motivo pe' tanta moscezza c'era ma che rischi vitali un si vedevano. L'abbiamo messo a letto con noi e Esserino. Holly, sfatta dalla notte precedente, che aveva passato a pesca ha dormito con Esserino sotto le coperte, io con Balena appoggiato alle gambe. Alle 3 ho sentito un tonfo e mi sono alzato ritto sul letto. Balena era in terra, davanti alla ciotola dei crocchi vuota e la guardava con uno sguardo intenso e malinconico. L' ho rifornita  e lui, piano piano, l'ha vuotata poi ha ruttato ha scoreggiato un gas venefico, che pareva d'esse in Vietnam al tempo de berretti verdi ed risaltato sul letto, da solo. Alle 4 ronfava a pancia all'aria, alle 6 ha svegliato Holly perché aveva fame. Poi ha preso Esserino ancora dormiente tra le zampe e lo cullava, lo sguardo era quello di sempre
 e allora gli ho detto in un orecchio "cazzo Balena c'è costato una settimana di lavoro di tutti e due sto scherzo! Lo sai che c'entravano oltre cento scatole di tonno col sorcio con que vaini lì?". Mi ha guardato con occhi stupiti ed increduli poi, nela lingua de mici ha gnaulato.... parecchie bestemmie.

Un abbraccio a  Tutti 
Dante 

n.d.r.
scusate ma io di solito scrivo cola macchina meccanica quindi, prestato al pc, faccio casini orrendi. Mancano virgole punti ecc. Scrivo come penso ,forsanche peggio, perchè per scrivere bevo e quando scrivo mi vien sete e ribevo ma voi che già date prova di amicizia e di indulgenza a perde tempo a leggemi...perdonatemi

perdonatemi....se ho il vino facile....sono un tipo amabile pur se bevo così..... D.D.D.

domenica 15 gennaio 2017

fatevi i gatti vostri n. 674 " l' eskimo di Dante"

E' arrivato or ora lo zio e sono andata a prenderlo io alla stazione con l'ombrello perché sta ricominciando a fioccare neve soffice e bianca. Venezia che non ha la possibilità di mezzi a motore per le strade conserva sempre un po' di più il manto nevoso e sulle barrche cosa che non si vede spesso qui, c'è neve accumulata.


Lo zio è arrivato imbacuccato nell' eskimo e sembrava un bambino da tanta era la gioia di averlo ritrovato.
Ha voluto persino raccontarmi i dettagli inerenti l'origine del suo giaccone, dettagli davvero singolari, che estendo ai nostri amici lettori. Ovviamente l'eskimo storico e di letteraria ispirazione resterà quello di Dino, nessuno vuole insidiare il prestigio di quel capo super vintage ma quello di Dante era gemello ed hanno una storia particolare diversa da tutti gli altri: La maggior parte degli eskimi venivano fabbricati a fine anni 60 e inizio 70  in Germania e il primo eskimo da 14enni che acquistarono Dante e Dino al mercatino di Livorno aveva anche una targhetta sulla manica con la bandiera tedesca ovviamente quando la videro Uliano e Don Luigi ex compagni partigiani proruppero all'unisono levate subito quel troiaio dalla manica senno vi si butta via anche r giaccone. Qualche anno dopo, quando i nostri si erano ormai strutturati fisicamente crescendo abbondantemente in larghezza e in altezza Dante, solo in altezza Dino, si rese necessario l'acquisto di un nuovo eskimo e qui intervenne un fatto a dir poco singolare. Rispetto agli eskimi di importazione tedesca,  una produzione speciale, commissionata dalla base americana di stanza tra  Livorno e Pisa, venne confezionata da una ditta di Montecatini Terme. Dovendo fare un numero limitato di campioni che dovevano preludere a una fornitura di massa, realizzarono circa 300 capi tutti destinati alla base e misero una cura particolare nella realizzazione. La lana del pellicciotto interno fu fatta arrivare  da Nuoro, le maniche interne erano di coperta militare i terminali dei polsini in lana verse, il modello, ovviamente restava quello classicissimo, l'unica differenza dall' eskimo tedesco era la targhetta interna che recava una bandiera a stelle e strisce. Probabilmente mancò all'eccellente ditta il la di qualche autorevole lobbista (che con gli americani è d'obbligo) ed esauriti i primi 300 capi gli ordini si fermarono. Nel contempo la fabbrica, speranzosa aveva cominciato la produzione sfornando altri 500 pezzi. Non trovando però una nuova commessa rimasero, come si dice in gergo, in pancia al magazzino che dopo circa 6 mesi tolse l'etichetta U.S. Army, mise accanto alla bandiera maericana la scritta Sport Man e riempì le bancarelle  di alcuni stockisti Livornesi con quell'eccellente materiale che fu acquistabile al prezzo basso anche allora di 10mila lire.

Per anni Dante e Dino si son vicendevolmente biasimati per non averne presi tre a testa ma considerato che Dino porta il suo da oltre 40 anni e che quello di Dante non più usato dal 99 quando  la sua mamma coorse dal Gatto Eterno dimenticando nella fretta  di comunicare al figlio dove aveva riposto l'eskimo. Don Luigi e nonno Uliano non ebbero granché da dire senza gli americani i mitra partigiani avrebbero falciato diversi tedeschi ma ce li saremmo tenuti in casa parecchio di più. Qualche compagno dell' epoca ebbe da ridire su quella bandiera imperialista ma Dante replico pronto: ma... secondo te... popo' di caata sciorta che un sei artro, il su eskimo Dylan indo l'ha comprato? n' Russia? L'avrà comprato vicino a casa sua no? E poi e ci so' americani bravi e teste di cazzo esattamente 'ome da noi presempio Dino è bravo e te se na testa di 'azzo". E qui possiamo concludere con  una istantanea dello zione felice e imbacuccato . Ho usato il filtro seppia seguendo alcune dritte di zanzara e mi piacciono molto le foto con questa patina di "antico".
La storia dell' antico non mi pare piaccia troppo allo zio che replica "sarebbe un giro di parole pe dammi der vecchio?"
"no zio, ho detto antico non vecchio" ma lo devo convincere poco perché mi fa:
"ascorta un po' danuccia ma atté l'autraliani t'anno fatto assaggià dell' uccelli sarvatici o de polli"
Immaginando dove possa andare a parare cerco di parare di terza come una brava schermitrice di Livorno e dico
"bè il pollo è un grosso uccello in fondo"
ma non ce la faccio con un vecchio maestro d'ironia
"sì è un grosso uccello ma svolazza svolazza e un s'arza mai....e se s'arza un pochino dopo du secondi ricasca giù"  .
Pericoloso mettersi a tenzone su argomenti carnascialeschi come questo.  
Dimenticavo la cosa più importante la visita ad Ito è stata fonte di gioia ulteriore in quanto il micione sta bene ed è bello grosso e ben nutrito dalla vicina che lo ha praticamente adottato lasciandogli l'uso del portico e della cantina nella quale gli ha anche allestito una caldissima cuccia.
 probabilmente l'entusiasmo è corroborato dalle notizie sui due porci appartenenti alla sua vasta produzione filiale
Pare però che anche la vita dei nostri migliori amici, così come la nostra sia soggetta a gioie e dispiaceri:
Purtroppo proprio mercoledì un pezzetto di storia animale si è chiusa, il cane Laki (in Toscana come si pronuncia così si scrive), epico e coraggioso opponente delle scorribande
  di Ito e company, si è  liberato del Parkinson che opprimeva le sue 16 primavere ha abbaiato a Ito o al nulla e poi è partito per i prati del Cane d'Iddio ( la lectio è mutuata dallo zio Dante, che mi assicura essere detta associazione di lemmi equiparabile a bestemmia grave solo in determinati contesti) dove avrà sicuramente un posto d'onore. Il cane Laki apparteneva proprio alla vicina che nutre Ito.La stessa ha riferito allo zio che  il micione ogni mattina esce dalla cantina con fare circospetto valuta la presenza o meno dell' antico rivale e poi con fare sconsolato ne va ad occupare la vecchia poltrona sfondata, quasi in una forma di rassegnata accettazione di quell' ineluttabile fato che ci accumuna tutti.

Quanto a me: L' Australia mi aspetta, dovrei riprendere lavoro per questo Lunedì. Quindi urge  partire ma proprio non ce la faccio. Così, molto italianamente, ho mandato ai miei datori di lavoro un certificato di malattia, chiedendo però di non retribuirmela (In Australia si può).

Bacioni a Tutti
Dani

giovedì 12 gennaio 2017

fatevi i gatti vostri n. 673 "beati e gelati"

Ecco subito le notizie richieste dalla nostra cara Elenamaria.
A proposito carissima amica: "se ci mandi una tua email indirizzando a esserinoebalena@email.it  ci farebbe tanto piacere, soprattutto per evitare il rischio di perderci o per mandarTi qualche audio file difficile da postare per le dimensioni". Purtroppo il vecchio archivio, che avevamo salvato con fatica e che conteneva molti indirizzi è stato distrutto, in mia assenza, dagli impropri smanettamenti  di zio Dante che resterà dannato alla sua macchina per scrivere, e sarà  un bene per tutti.

Torniamo alle notizie:

Bobby è partito domenica 8, per Oxford. Non credo si possa prevedere un suo ritorno a breve in Italia anche se la storia della brexit lo ha fatto un po' inquietare. Lo avremo sempre, però in occasione di ogni vacanza.
Io ho deciso di abbanonare la via australiana. La vita di là mi ha dato molto dal punto di vista salutistico e del relax ma nella valutazione attuale la avverto  così piatta che non ce la faccio proprio a pensarmi lì per sempre. Non è una posizione  critica, gli australiani ci sguazzano in quel calmo brodo stanno bene sono ben organizzati, inoltr  sono brava gente e anche assai disponibili (almeno per la mia esperienza personale). In più di un anno però non ho fatto altro che pensare a casa mia, a Venezia, ai canali agli zii ai gatti. Moti del cuore non ne ho avuti, anzi, lo stile informal  british degli australiani a prodotto su di me  un effetto sedativo a tutte le latitudini. Bei ragazzi ne ho adocchiati ma a parte qualche valutazione prettamente estetica, alla quale mi sono lasciata andare in momenti di buio pesto debbo riconoscere che.... non mi muovono proprio altro. Così ritorno a Venezia almeno come base per ogni mio futuro viaggio.  Non sarà, tuttavia, una cosetta da nulla. Ho speso tutto quello che ho guadagnato per arredarmi una casetta là e devo far cassa. Poi dovrò vendere tutto quello che non posso trasportare e insomma c'è da fare. Oltretutto troverò condizioni invidiabili, casa coccola, lavoro e stipendio. Arriverò poi con un clima estivo mentre qui lascio un inverno reggelante. Ssono in casa con tre maglioni due felpe pantalone e due paia di calzettoni. I gatti si stringono alla borsa dell' acqua calda che non manca mai sul letto. La zia che era in montagna nel bellunese  ha detto che si stava meglio che qua. E' tornata ieri con la nonna ed ha ripreso a far maglioni  e a cucinare visto che lavoretti, a voucher o al nero, non se ne vedono, al momento.
La costante Costanza è riuscita a sedurre ancora una volta Dino. Sarà, credo, la trentesima volta in trent'anni. Così Dino involto nell'eskimo si è lasciato trascinare in Svizzera dove lei insiste per fargli curare un fegato ormai quasi  alla cirrosi. Ha mezzi e conoscenze Costanza  e, anche se Dino ha solo acconsentito a farsi dare un occhiata noi tutti speriamo in bene. La sera della befana invece sono partiti il Tafanino, la sua Valentina tatuina, Zanzara e zio Dante. Dato che Riccardino aveva la macchina del bar (una vecchia station wagon con 500'000 km che Ampelio chiama "la ciuca") hanno aggregato Dante che, a Livorno, oltre a rimpiazzare Dino al Bar Nado, ha dovuto sgomberare la cantina della casa dove viveva in affitto il nonno Uliano. Era da più di un anno che i proprietari gli facevano delicate ma reiterate pressioni per portar via tutta la roba di una vita ammassata là dentro. Dante già memore di quanto gli fosse costato a livello emotivo  sgomberare l'appartamento da tutta la roba del padre, rimandava ma alla fine ha dovuto decidersi. 
Un premio però gliene è derivato. In una cassa di legno, sepolta sotto altri mobili, ha trovato un sacco da abiti e quando lo ha intravisto per poco non si è sentito male, pulito piegato e imballato c'era l'eskimo gemello di quello di Dino che Dante riteneva ormai   irrimediabilmente perduto nei suoi molti traslochi. La zia lo ha consigliato vivamente di darlo al fraterno amico come ricambio e di non portare altra spazzatura nella loro tana veneziana che è già piccola piena di ogni cosa ma lo zio ha replicato: Boia dé Holly! Ma ni va grande da fa schifo a Dino e poi mica te lo metto nell' armadio, se ti da noia lo tengo addosso. 
Aspettiamo il suo ritorno che dovrebbe avvenire  Lunedì o martedì perché di sicuro passerà dal gatto, a vedere la barca che ha laggiù, a sistemare un orticello mezzo abbandonato.
Penso che pochi giorni dopo il suo ritorno e, dopo avergli strappato la solenne promessa di non abbandonare più il blog, dovrò anche io organizzare la mia partenza ma per il momento non ci voglio pensare.
Un abbraccio e un grazie di cuore ai fedelissimi lettori

Dani

lunedì 9 gennaio 2017

fatevi i gatti vostri n. 672 " erino indati tuti via"

E io era solo afredato e afamato con Serino Gato fratelo inbandunati da tuti, Dino ava indato in svissera cola Svissera, Dante ava inprofitato pe indare a Livorno cola familia deli inseti e suoi conpagni. La mama Holy era dala suamama overo la nona umana in duna montania isulata, Boby era intornato nela Anglatera e ci avano lasiati soli solisimi con Dani che ava le valigie pronte e se andava via noi si moriva di fame. Prima moriva Serino sendo lui debule alora io dicievo una preghierina pellui e poi lo maniavo e poi finito di Maniare tuto serino forze moriva anca io no di solitudine perché io era forte e no mi inportava se mi bandonano ma di fama esa sì.

Se legiete questo mesagio e vi vansa una scatulina di pappa dei vonstri gati pe piacere la potete mandare a Venessia ma no al sindaco che sendo morto di fame la mannia lui e nemeno a Caciari perché lui dicie dicie ma di sicuro li casca in del lacua il cibo. Alora fate cusì inscrivete  Al sinior Gato Balena che vicino al canale ciera una casa cor un gato ala finestra e cuelo ero io.

Grassie

vonstro Gato Balena famatisimo

giovedì 5 gennaio 2017

fatevi i gatti vostri n.671 "una Befana per tutti i gusti"

La Befana per Esserino e Balena è una gattona rossa
il sorcio è davanti alla scopa, il tonno tra i pacchi dietro



La Befana per me  è quella che ci ha sempre presentato la zia Holly

Zanzara immagina la sua Befana ancora più simil-strega della nostra
La Befana di Costanza arriva ovviamente dalle montagne con tanto di sci ai piedi
  
La Befana di Dante e Dino è in tema col calendario che hanno creato per Voi,
quindi: Befana pin up anni '50

Riccardino il Tafano, sempre rispettando la tematica del calendario  ha pensato alla ricerca di  una Befana Pin Up  per i tempi moderni


E Vale? Per Valentina di sicuro arriverà una dolce signora che nel 2015 si è presentata al cospetto del Gatto Eterno. 
Si chiamava Isobel Varley ed era la nonnina più tatuata del mondo. Nella sua immensa saggezza e lungimiranza il Sinior Gato Eternisimo la manderà in veste di Befana a riempire la calza di Vale e di molte altre fans del tatuaggio.

e allora, emulando il Papa:
Bona Befana a Tutti Voi

 

martedì 3 gennaio 2017

fatevi i gatti vostri n.670 " il pranzo di Costanza" un reportage di Dani e Zanzara che ci vole fino ala Befana pe leggelo

Mamma mia che creatura dell'alba sto diventando! Non sono ancora le 7 e sono già davanti al mio portatile, mi sono svegliata alle 5 e mezzo, quando ho sentito la zia uscire giù per le scale. Alle sei si è svegliata anche Zanzara. Il suo ragazzo, Andrea, è dovuto ripartire nel pomeriggio del primo gennaio per dare il cambio al babbo e così  addio alla pensioncina da sogno. Lei si è trasferita da me visto che il suo lavoro da giornalista freelance è di molto free anche a livello di compensi. Matteo fa il benzinaio col padre, non il petroliere con Moratti, quindi c'è poco da largheggiare. Mentre il caffè passa gorgogliando nella moka e il suo aroma satura  l'aria di casa iniziamo, a quattro mani, il resoconto di ieri. 
Questa collaborazione è particolarmente gradita ed efficace perché oltre al piacere di stare insieme (abbiamo sempre legato alla grande) Zanza conosce meglio di me alcuni episodi che ebbero per protagonisti Dante e Dino da giovani e mi sarà di grande aiuto. A quelli che loro due definiscono "i bei tempi"  lei non c'era ancora ma il Bar Nado è da sempre  la vera Gazzetta di Livorno e mantiene, ad oggi, tutti i suoi archivi.
Giornata di gran daffare dunque quella del 2! La cara Svizzera che non si chiama Costanza,  la chiamiamo così per questa sua dote, riaffermata nel corso di decenni, ci ha invitati tutti a pranzo da Cipriani  a Torcello e, ovviamente, la maggior parte di noi non sapeva cosa mettersi addosso. Noi donne temevamo che Dino venisse con l'eskimo e nutrivamo concrete paure sulle scelte di Dante. Dino  ha ancora un modello d'eskimo degli albori, già in pieno '68 lo accquistarono, quattordicenni, sia Dante che lui ma poi , crescendo, la taglie cambiarono. Così quello odierno indossato usualmente da Dino risale probabilmente al '74 quando ormai il suo sviluppo fisico era consolidato. Ovviamente, ieri, zio Dante era certo  che l'amico mettesse l' eskimo e quindi, non avendo più l'eskimo, fin dall' alba ha ricercato e tirato fuori da un baule, is soffitta, un giaccone a quadri rossi, tipo boscaiolo del Canada o dell' Alaska. Io e la zia, che siamo donne, però avevamo visto che Costanza, il 31 dicembre, portava una borsa in carta il cui logo riconduceva a un elegante negozio di abbigliamento specializzato in cachemire. Inoltre, grazie alla fuoriuscita di consistente lembo di tessuto blu avevamo ritenuto che  potesse contenere un cappotto elegantissimo per Dino.  Un Dino in giacca cravatta e cappotto non lo avevamo mai visto  e sarebbe stato una sorpresona alla guisa del  vedere vestito in modo classico lo zio che, addirittura, si è sposato in maglietta e scarpe da tennis.Così abbiamo continuato a navigare nel dubbio della mìse del Ciampi fino alla sconvolgente rivelazione 
Io non ho granché con me, la vita australiana nella quale ho tacitato alcune istanze del mio corpo correndo sulla spiaggia con metodo e disciplina, mi hanno tonificato molto ed  ho ricreato  il mio guardaroba in Australia.Per questa vacanza  non avevo quindi portato  che cose essenziali. Alla fine,  pescando tra vecchio e nuovo, ho rimediato  un tubino in maglia nero, un maglione a collo alto rosa chiaro e un impermeabile regalatomi da Bobby con una imbottitura creata apposta per il clima londinese. Bobby ha un impermeabile simile e un abito serio col quale usualmente va all' università e aveva dichiarato che avrebbe messo quello. Zanzara mi  ha  mostrato una mini ascellare da visual shock, rossa e piena di strass, calzamaglia termica maglioncino nero e maxicappotto stile anni 70 color melanzana roba da Vogue. Il Tafanino era d'accordo di farsi  prestare un vestito da mio fratello, hanno grosso modo la stessa taglia. Valentina la sua ragazza ha i tatuaggi ovunque e pensavamo, maliziosamente  che li avrebbe  tenuti  il più scoperti possibile nonostante la temperatura. Il dramma era  la zia, lei ha davvero il fisico alla Audrey Hepburn e con la mise che avevo scelto io  sarebbe stata da favola, ma la mia roba le va larga e io temevo che se si fosse  messa in competizione con Dante sarebbe potuta  anche venire con gli stivali da barca. Intendiamoci non sono una conformista come pira non sia Zanza ma neppure contesto tutto e tutti come fanno lo zio e la zia. Se ritengo che un posto sia da elegantoni o peggio da parvenu non ci vado ma se  vado non mi vesto come la befana. 
Su una cosa non si poteva derogare,  a Torcello bisogna si arriva in motoscafo, del resto la cosa è nota anche in letteratura e nel cinema

“… ci prendiamo un motoscafo e andiamo a pranzo da Cipriani a Torcello.”
(Mordecai Richler “La versione di Barney”)


 Costanza si era offerta di pensare anche a quello ma qui sorgeva un punto d'onore da rispettare : la barca doveva  essere quella della zia 
"perché barche così a Venezia se le sogna anche George Clooney, quindi e acqua o non acqua nei canali, ci si va cola barca di Holly" aveva sentenziato  lo zio  mettendosi in marcia all'alba  per andarla a prendere  in bici dato che, colla solita nostra fortuna , una volta che serve la barca lui l'ha ormeggiata fuori Venezia, arrivato lì avrebbe caricato la bici sulla barca e raggiunto noi, almeno così  ha dichiarato, assai sicuro di ciò che stava per fare.  
A conti fatti eravamo  in 10 persone. La barca è lunga e robusta  e ci si sta ma non proprio  alla grande, in più   il rischio era quello morire congelati perché è scoperta e Torcello è a  6 miglia marine (una undicina di km da casa nostra). 
A Venezia i Cipriani  hanno diversi ristoranti  oltre l' Harry's bar, che al momento,  però, trattano di chiudere o di cedere. Ovviamente nessuno di noi è mai entrato nel prestigioso Ristorante che fa angolo col il RetroGiudecca e sta proprio di fronte all' isola di San Giorgio e al Bacino San Marco ma è quello che vediamo più spesso, specie  quando, in estate, ci muoviamo in barca cogli zii.   Sappiamo che lì i prezzi sono da infarto,  ma noi  si va alla Locanda  che è nella laguna nord, sull' isola di Torcello, vicina a Burano e Mazzorbo. Ora che qui  diano da mangiare gratis è escluso ma pare che l'ambiente sia più sobrio e proprio per questo ancora più ricercato. Costanza del resto  fin da piccola è abituata al jet set. Come faccia poi una usa a passare dalla Costa smeralda a Montecarlo, da Portofino a Saint Moritz, ad esser cotta così di Dino, che non è brutto ed  ha  certo un suo stile ma è talmente indisponente da far cadere le palle, non lo sappiamo. 
Zanzara mi narra nei dettagli semiscabrosi un episodio che sapevo dallo Zio. Lui però l'aveva  buttato là in fretta perché quando rievoca certi episodi del passato zia Holly non sempre la prende bene.... 
Angela, invece grazie all'autorevole fonte del Bar altresi conosciuta come Radio Nara (la sua mamma) mi racconta d' una volta in estate  che erano insieme Lui, Dino, Costanza e un' altra ragazza di Livorno di nome Maila.  Arrivate la sette non   sapevano come passare la sera o in fortunata ma probabile sorte, la notte. Zio Dante aveva aperto, col cacciavite , una baracca sul mare come fosse lui il padrone e avevano cenato davanti al mare tutti  insieme. Il dopocena invece lo avevan fatto separati che per quanto intimi i nostri son cresciti con una scuola di pensiero piuttosto calssica per quanto attiene la promisquità. Così Costanza e Dino in camera da letto, e Dante e Maila in un'altra cameretta con un letto abbastanza piccino da far bestemmiare Maila che era una ragazzona grande come lo zio con una quinta e un sedere che facevano provincia e un bel viso da bambolona, unico difetto, bestemmiava, beveva il vino come un omo, berciava quando faceva sesso e bevendo e mangiucchiando tra le riprese, ruttava e scoreggiava senza ritegno. Uno stupendo animale che intimoriva mezza Livorno e col quale solo lo zio e pochi eletti avevano il coraggio di confrontarsi. Al mattino Maila si era scusa pei berci con Costanza dicendo abbi pazienza ma un mi riesce di tenemmi e quando ni do la via un sento seghe sveglio r quartiere. Costanza facendosi forte della confidenza concessale  aveva chiesto a Mailona "ze anche Tante tenefa il guanciale su faccia quanto  che erano a letto inzieme e stafa di soto lui?  Maila rimasero  stupita e quando lo disse a Dante lui  ne chiese conto a Dino senza peritarsi affatto: Oh ciampino o che storia sarebbe vesta qui che cola svizzera a cavallerizza ti copri l'occhi cor cuscino?"
 la risposta fu:
"Ohioia Dantino lo sai come so' storto io un so' di bocca bona come te, leilì è na brava ragazza ma a fa ste cose  ha un verso come un ciuco a sciacquà i bicchieri, mi rimbalza addosso che sembra ndemoniata , mi fa dondolà peggio d'una barca  e poi m'arrivano que  capelli biondi lunghi  nel muso come frustate  e allora almeno vello  me lo copro" 
Come si fa a non amare un tipo cosi  e difatti la bella Costanza si cosse allora ed è rimasta lessa!
 Ci siamo permesse di narrare  questo piccolo e vetusto particolare intimo perché ormai è battuta comune anche in presenza di Costanza che ancora oggi quando si rievoca la cosa fa con ingenuità tipicamente elvetica:
 "Io era ciofane e molto cucù (parola in uso nella svizzera italiana per dire tonta) e no capiva perchè lui copre fiso e allora penza, sono io tanto orendosa? Opure lui istà con me ma intanto  penza di altra dona opure lui non fole stare soto di dona e si fergogna come i taliani teroni? Insoma mi arifafano  tante tomante  a mio zervelo che io perdevo konzentrazzione e alora mi dofeva movere più in freta  pe no perde piacere e cvesto a lui dava ancora più fastidio"
Mentre fantasticavamo sti ricordi  (per dirla come  Totò nella "livella") s'erano gia fatte le 8 e mezzo e io Zanza e Vale, che nel frattempo si era aggregata  ci   siamo decise  fare a turno  un bel bagno bollente  coi gatti, no non è che li  volessimo lavare  in vasca  ma eravamo in  casa mia e di Bobby che è più fredda, la zia non c'era, Dante nemmeno, quindi  avevo  portat su i mici, il bagno è lastanza più cada e Balena si è stesosubito  sulla lavatrice mentre Esserino sedeva  su water, no non in quel senso. ... è quasi-umano ma la fa nella sabbietta. Sedeva sul water coperto. Poi ci siamo dedicate alla vestizione, più o meno siamo tutte e tre sul metro e settanta, appena più abbondantine sopra e sotto io e Zanza, e la "coloratissima" Valentina davvero davvero carina vista nuda. I tatuaggi sono ovunque e vari sono i piercings , bellissimi i primi d, pare d'essere a un art gallery, immaginatevi che  sul sedere ha un drago meraviglioso rosso e blù  con scritto in inglese "guardami negli occhi" in collocazioni strategiche  i piercing a me fanno una paura terribile e lei li ha sul naso sulla lingua e...ebbene  sì anche lì . Ecco un suo bel ritratto frutto di uno scatto del Tafano che come saprete condivide il lavoro con la sorella ma più orientato alla carriera di  fotoreporter.
abbiamo coperto gli occhi perchè Vale non è proprio timida forse ama esibire i suoi tatoos ma teme il web.Il drago è solo per  Rik e per noi.

L' unico atelier a disposizione era il mio armadio, Zanza aveva  portato di suo ma Vale  nulla tranne jeans pile e giaccone di pelle da uomo. Con due tocchi da artista io e Zanza l'abbiamo sistemata così figa che al Tafano per poco gli viene un colpo.
 Alla fine vestiti di tutto punto, e dunque, piuttosto eleganti i giovani e Costanza in abito blu con cappotto di cachemire blu (era suo dunque quanto avevamo intravisto),  informalissimi lo zio che pareva Jack nikolson in shining ma con un piccolo tocco di eleganza dato da camicia bianca e nastrino al collo come portavano nei fil western e per tocco finale un cappello texano di feltro che gli sta benissimo ma che pareva messo apposta per farsi dire che non era ancora carnevale , la zia con un poncho peruviano coloratissimo e un cappello sempre peruviano jeans e anfibi miei perchè le fanno male i piedi e io ho 2 numeri più di lei, Dino con una papalina bordeaux, la sciarpa del Livorno e l' eskimo col cappuccio sopra la papalina. Dopo un quarto d'ora di navigazione zio che aveva bestemmiato contro tutte le barche che incontrava  perche corrono e schizzano tutto e tutti, prende il mio cellulare e chiama Cipriani. dato che usa il vivavoce sono in grado di riportare fedelmente la conversazione

drin drin
drin drin
drin drin
drin drin
drin drin
drin drin
drin drin
"Locanda Cipriani Buon Giorno"
I"o bestia (ma non ha detto io) o n ciavete nessuno a codesto telefono? Ero bell' e pronto a ritornà ndietro!"
"Perche signore sta venendo da noi?"
"O sinnò per cosa vole che la chiami pe sapè l'ora esatta?"
"Scusi signore ha per caso una prenotazione?"
"Diamine sennò un ci si pole mica venì da voi"
"E' vero signore e mi permetta, posso sapere a che nome?"
commento rivolto a noi " boh m'ha detto digià 3 vorte  'signore' si vede che co poveracci un ci si perdan neppure a rispondeni"  poi al suo interlocutore:
"Io cane ladro  e boia (ma non ha detto io) ora so qui che mando la barca e un so dove l'ho messo r foglio ma quando arrivo ni si fa vedè"
"Bene signore e potrebbe gentilmente dirmi  quanti siete?"
"10"
"Credo di aver capito signore, per caso ha prenotato una signora tedesca?"
" No Svizzera"

Dino che lo conosce sentendolo laconico mi fa: "quando fa così sta pe mandalli in culo stai a vedé come finisce sta storia."
"Possiamo esserle utili in qualche modo?"
"Volevo sapè se da voi c'è il verso di legà la  barca?"
"intende forse  dire 'ormeggiare' la sua barca " signore?"
"no Maremma strega e maiala! Ho detto legà no ormeggià, Io serpe (ma non ha detto io) La voglio legà cor una catena sennò dicevo  'ormeggialla' la so la differenza mica so di campagna come r' vostro sindaco. Io so nato a Livorno, Tirreno, vento onde da 6 metri, mare di quello serio comprì? .
"Ho capito signore ma come desidera 'legarla' la sua barca?"
"cor una catena no? Mica vorra che la leghi cor una cima, me la tagliano e la portano via e io poi co chi incazzo co Cipriani?"
" Ha perfettamente ragione  signore ma qui guardi nessuno tocca una barca ormeggiata vicino alla nostra locanda"
"si eh ? Ladra della Donna e( e non dice Donna e poi giù un'altra bestemmia che pare emulo de' bravi all'incontro con don Abbondio) ma se ero venuto da du giorni a Venezia e m'anno fregato r motore
poi quelli che cianno i soldi e vengano da voi  pensa che siano de nobili? I nobili quelli veri mangiano n casa anzi un mangiano nemmeno e stanno attenti a un e spende co tempi che corrano! Chi viene in codesti posti è perche i soldi gli costan poco, dimorti che rubano, politici, faccendieri, ruffiani, puttane, trafficanti di droga,
comunque la catena ce l'ho io fatemi trova un palo libero arrivederci e grazie"
 e riattacca.

Dopo questo biglietto da visita era perfettamente inutile essersi tirati a lucido ma Costanza per nulla  imbarazzata ma, educatissima e avvezza ai modi di Dino se n'è rimasta zitta e tranquilla e pare divertita da questa compagnia piuttosto naif.
Appena arrivati lo zio, che se vuole i modi,  ha mandato avanti lei a recitare la parte che le spettava ovvero dell'anfitriona, mentre lui ha ormeggiato e incatenato il gozzo della zia continuando a dire "e tanto ci son dei figliol di troia buffi quass, e so i napoletani del norde i veneziani, eh tanto mi fido a lasciagli sta barca senza sicurezza e so capaci di scioglimela e falla andà ala deriva ma va,nculo a loro e a sta pozzanghera"
Zia io e Bobby siamo Veneziani DOC ma non ci tange sappiamo che Dante ama Venezia quasi quanto Livorno è che deve sfogarsi in qualche modo è da troppo tempo che sta buono a casa.


Alla fine si entra tutti mentre Costanza già ci aspetta, in ordine Bobby elegantissimo, il Tafano a ricalco, Io  e la zia  e Zanza e Vale a braccetto , Dino e Dante un parecchio  staccati
appena  Dino arriva alla porta colla papalina, l'eschimo e la sciarpa del Livorno e l'occhili di tartaruga accomodati col nastro isolante gli domandano se ha prenotato
e Dino li guarda con quell'aria tra l'assonnato e uno che ti prende per i fondelli
si gira verso Dante e gli fa
"ma che vole sto vì? Parlaci n po' te che sai l'ingrese"
e Dante
"so na sega che vole, fanno più domande che da carabinieri"
poi fa un passo avanti e chiede
"cosa c'è"
con quel tono che chi si sente interloquire in quel modo pensa 'se sbaglio risposta questo mi pianta un cazzotto nel muso'.
"chiedevo se lor signori hanno prenotato"
"o porca ladra nfa di vella Donna o quante prenotazioni volete? o un vel'ha fatta la signorina Kazzimaier la prenotazione?"
"Ah fate parte della compagni mi scusi tanto signore,volete darmi i soprabiti?"
 e fa come per aiutare Dino a togliersi l'eskimo
"no no lasciamelo sta addosso poi se ho cardo  l'attacco dietro ala sedia un si sa mai se qualcuno me lo piglia mi tocca ammazzallo di botte e un voglio mica finì in galera come lui accennando a Dante". 
 parla sempre poco ma quna volta che parla dice anche troppo quella della galera se la poteva risparmiare ma così sanno cosa si possono aspettare.
Probabilmente Costanza nel breve lasso di tempo in cui è stata sola ed ha consegnato la prenotazione deve aver corrisposto anche un lauto anticipo sulle mance magari dicendo che è con una compagnia di artisti burloni, perché gli addetti non fanno una piega e accompagnano lo zio e Dino al tavolo dove noi abbiamo già preso posto.
A questo punto la zia si sente in dovere di dire la sua: "
Dante se continui così io prendo e ritorno a casa col vaporetto e anche Tu Dino non drgli mano e poi anche per una forma di rispetto per Costanza che ci ha invitato così gentilmente". 

Lo zio si mette buono buono a sedere ma il danno lo fa proprio  Costanza che per minimizzare dice "oh Holly io conoscevo pene qvesti tue da tantissimi ani forse sono qvella che li conosce pìu mellio qui" e la zia  com'è ovvio si incazza e mi fa all' orecchio  ma facendosi sentire da tutti 
"vorrei proprio sapere come li conosce, se uno per volta o tutti e due insieme
 digià con quella storia di lei e Maila il tuo zio mi ha fatto incavolare  e ora lei rinforza la dose" 

ma la trattengo e son certa che zio Dante non ha scambiato nient'altro che amicizia con Costanza e poi si parla di più di trent'anni fa ma  in fondo lo sa anche zia Holly per fortuna le sue impennate durano poco e poi si rasserena.
Al bere un altro piccolo fremito quando zio Dante  delegato a scegliere chiede "due fiaschi di rosso per ora".
Gli addetti non fanno una piega solo in una trattoria di second'ordine avanzerebbero il luogo comune ed errato che col pesce il rosso non ci sta.
Ma sul lato professionale non c'è proprio nulla da dire gli ostentano ben cinque fiaschi di rosso delle migliori cantine toscane decantandone i differenti pregi (e Bobby che giurava avessero solo le bordolesi...)
Dante ne toglie due di mano al valletto commentando
"va bene va bene un mi sta a dì altro che mi confondi  io r vino lo bevo mica mi ci faccio le seghe mentali."

da qui in poi per ogni cosa consumata mettiamo un giudizio con stelline * e il commento di chi ha assaggiato.
Chianti Castelgreve DOCG, Gallo Nero **** molto buono, tutti.

Con il tipico fiasco in paglia naturale. Colore rosso rubino intenso, questo Chianti Classico a base di uve Sangiovese si presenta con profumi eleganti, con note di viola e sfumature di frutta matura. Gusto pieno armonico con tannino morbido e vellutato, finale persistente.
 
Poi ecco finalmente la pappa, metto qualche foto scattata e accanto, come premesso sopra, le nostre personalissime stelle miscelènne.




 pane appena sfornato fresco con riccioli di burro **** bono x tutti ma ci vole poco a fallo
Risotto vegetariano     * * * * 1/2 gustosissimo ma leggermente oltre la cottura gradita da Dante
Pasta fresca tirata a mano con polpa di capesante * * * * * la migliore! tutti concordi
risotto alla Torcellana *****   meglio del primo, Dante
risotto alla milanese con ossobuco  * * * * * tutti tranne Dante che non l'ha preso
 frittura mista di stagione con verdure alla julienne fritte *****  superlative!!!  Dino le ha riprese due volte idem Valentina
Grigliata di branzino, scampi e coda di rospo * * * *  eccellente anche se  le mescolanze di pesce e crostacei lasciano perplessa la zia, non i livornesi che nel cacciucco celebrano la mescolanza



Qui sotto Millefoglie alla Cipriani con crema Chantilly e vaniglia del Madagascar
***** eccezionale, da farcisi del male Zia Holly, Costanza, Dani, Zanza , Vale e il Tafano

sorbetto al limone **** molto buono,Tutti. Nota: ne abbiamo mangiati di meglio, pochi, ma anche di peggio innumerevoli.
I primi erano da favola, i secondi anche abbiamo preferito per lo più pesce tranne lo zio che lui ormai carne e pesce non li mangia più quindi per lui formaggi e verdure.La zia ha controllato che il pesce fosse tutto locale e di stagione e ha dato l'ok
Roba davvero ottima preparata come si deve, servizio inappuntabile
Conto? A Costanza. Al tavolo  non arriva proprio, si sarà arrangiata lei o forse ha referenze tanto buone che il conto glielo mandano direttamente in azienda.
Alla fine il ricamo
dopo esserci riempiti e con soddisfazione il cameriere chiede
posso offrirvi un liquore una grappina, un amaro
e Dante
"hai detto offrirvi vero?"
Certo signore è un piacere per noi
Allora portaci un paio di bottiglie di grappa bona grazie.
Arrivano due bottiglie di una riserva piuttosto buona
che non vengono messe in conto (assicura Dino che al momento di alzarsi infila la bottiglia rimasta a mezzo nel tascone dell' eskimo che non si è tolto durante tutto il pranzo).

Grappa Bonollo Riserva **** non è una grappa da 80 euri ma tra le commerciali di livello alto fa la sua eccellente figura anche grazie al palmares dei premi ricevuti, in Veneto varie grappe battono questa fuoriserie modenese ma ha 50° e a Dante e Dino questo basta e avanza.
MEDAGLIA D'ORO GRAPPE INVECCHIATE - ACQUAVITI D'ORO 2011
ALAMBICCO D'ORO 2010
Siamo al ritorno Dante e Holly tirano a sorte per chi pilota la barca ma sono così alticci che alla fine ci riporta Bobby,  appena rientrati in centro lascia il timone a Dino che così si toglie la soddisfazione dell'attraversamento di venezia, se la cava bene ma non c'era da temere, figlio di marinaio e cresciuto in casa di Uliano. Zanza sona l'armonica di Dante  e nemmeno male, il Tafano dorme briaco e beato, Costanza continua a chiedere a zia se sono stati bene, la zia le dà piena  soddisfazione. Io ciondolo a braccetto con Valentina che ogni tanto rutta come un uomo, dev'essere parente di Mailona, ma si scusa dicendo che ha la gastrite.
 "E' in mani buone ir mi' Tafanino" commenta Zanza  "se poi dovesse anche  berciare quando è sul pezzo per me ....la pole anche sposà!".
Un abbraccio da Dani e Zanzara