domenica 19 novembre 2017

fatevi i gatti vostri n 736 "chi vespa mangia le mele"

Ve lo ricordate quello spot?  Visto che ho deciso di narrare le avventure di una vespa questa interessante premessa comparsa a Firma di Raffaele  Palumbo ( su L'Ambasciata Teatrale maggio 2014)  potrebbe essere di un certo interesse per chi ci legge

a domani
 Dante



Quando McCartney e soci decisero di tornare dal giudice per la causa contro la Apple sulla proprietà del nome e del logo, lui saltò sulla sedia. Lui è Gilberto Filippetti, fiorentino d’adozione, uno dei protagonisti della storia della pubblicità nel nostro paese, inventore della famosa campagna Piaggio. Sì, proprio quella con le mele. Era il 1968. Una bella mattina Filippetti prende l’autobus numero 17, a Firenze, zona universitaria. Ha in mente il lavoro impegnativo che ha davanti. Sta lavorando alla prossima campagna della Piaggio e nella sua testa risuonano gli slogan del ’68, le parole “per dire con urgenza quello che hai dentro”. Si affaccia e vede il mondo diviso. Da una parte, su un marciapiede, i capelloni. Sull’altra sponda, gli adulti, composti, grigi, noiosi. E vede dal finestrino un ragazzo che scrive su di un muro uno slogan, con lo spray: “non ti fidare di chi ha più di trent’anni”. È una fulminazione. Filippetti torna a casa con lo slogan che farà la storia della pubblicità nel nostro Paese. Chi vespa mangia le mele. Chi non vespa No. “I no – ricorda Filippetti - erano gli adulti e volevo che si sentissero in colpa per questo”. Dario Fo ne trae una canzone (Mangia le mele al padrone). Luca di Montezemolo parla di nuova via italiana alla pubblicità. Crepax fa dire a Valentina: chi Valentina mangia le mele. E ancora, Toscani: “Un colpo di genio che i creativi inseguono ancora”. Omar Calabrese: “La più straordinaria campagna di tutti i tempi”. Moravia: “Orrendo”. Patty Pravo: “Bellissima”. Vasco Rossi canta: Coca Cola sì, chi vespa mangia le mela, coca cola no, chi non le mangia più si fa le pere. Con questa campagna Filippetti cambia il linguaggio della pubblicità. E la Apple computer non era ancora nata. “Ora – dice Filippetti – guardatele bene, perché le analogie sono impressionanti. Se confrontate la mela della Apple computer e quella della Vespa, vedete per iniziare l’utilizzo di un frutto sposato ad un prodotto di alta tecnologia. Prima la Vespa, poi i computer. Poi c’è una scelta grafica tipica della Pop Art, con la mela personalizzata. Poi è anche quella una mela piatta e non tridimensionale. Ancora, è una mela dinamicizzata a strisce. E infine le strisce sono realizzate con i colori dell’iride”. Il fatto è che la mela della Vespa è del 1969, quella della Apple di quasi dieci anni dopo. Quando il compianto Steve Jobs dichiarò di aver scelto la mela proprio come omaggio al mito di Liverpool, dimenticò di citare l’ispirazione iconografica della mela Vespa, o forse fu un classico caso di citazione inconscia.

1 commento:

  1. A parte quella di Eva vi sono tre mele scolpite nella nostra memoria: quella dei Beatles, quella (davvero geniale, tanto che la ricordiamo TUTTI ancora dopo cinquant'anni) della Vespa e quella della Mac. Non avevomai pensato che fossero collegate, nemmeno a livello inconscio ^_^

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